Valentina Di Paola

Arabia, l’arte rupestre descrive la fauna di 12mila anni fa

(1 Ottobre 2025)

Roma – In Arabia Saudita, sono stati rinvenuti delle incisioni di arte rupestre, risalenti a un periodo compreso tra 12.800 e 11.400 anni fa, che raffigurano cammelli, gazzelle e altri animali e forniscono le prove della presenza di fonti di acqua dolce. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute of Geoanthropology. Il team, guidato da Maria Guagnin, ha analizzato delle incisioni rupestri a grandezza naturale rinvenute in Arabia Saudita, che dimostrano l’occupazione di questo ambiente arido. Attualmente, riportano gli esperti, esistono prove archeologiche molto limitate della presenza umana nell’Arabia settentrionale tra 25 e 10 mila anni fa. Allo stesso tempo, è noto che gli esseri umani in Medio Oriente riuscirono ad adottare con successo pratiche agricole e di pastorizia in una vasta gamma di ambienti.

Nell’Arabia settentrionale, l’attività umana, associata alle oasi, è documentata a partire da circa 10 mila anni fa, ma ci sono pochissime testimonianze di tali attività in periodi più lontani nel tempo. In questo lavoro, i ricercatori riportano le informazioni raccolte durante gli scavi nel deserto del Nefud, nell’Arabia Saudita settentrionale. L’analisi dei sedimenti, spiegano gli scienziati, indica un habitat arido con una crescente disponibilità idrica sotto forma di laghi stagionali a partire da circa 16-13 mila anni fa. Questa crescente possibilità idrica avrebbe potuto sostenere la vita umana, come dimostrato dalla produzione di monumentali opere d’arte rupestre e utensili in pietra rinvenuti nella regione. Queste opere d’arte rupestre includono oltre 130 incisioni a grandezza naturale raffiguranti cammelli, stambecchi, cavalli, gazzelle e uri. Alcune incisioni, precisano gli autori, sono alte più di due metri, ma sono presenti anche raffigurazioni in scala di cammelli e figure umane. Il gruppo di ricerca ha portato alla luce anche 532 utensili in pietra, la cui forma potrebbe indicare connessioni culturali con culture contemporanee del Medio Oriente. Gli studiosi suggeriscono che gli stessi gruppi umani potrebbero aver realizzato sia l’arte rupestre che gli utensili in pietra. Sebbene sia ancora difficile stabilire legami diretti tra i creatori degli utensili in pietra e l’arte rupestre, queste nuove scoperte dimostrano l’adattamento umano a un clima variabile e secco in un’epoca e in un luogo finora caratterizzato da testimonianze piuttosto scarse.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).