Roma – In Arabia Saudita, sono stati rinvenuti delle incisioni di arte rupestre, risalenti a un periodo compreso tra 12.800 e 11.400 anni fa, che raffigurano cammelli, gazzelle e altri animali e forniscono le prove della presenza di fonti di acqua dolce. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute of Geoanthropology. Il team, guidato da Maria Guagnin, ha analizzato delle incisioni rupestri a grandezza naturale rinvenute in Arabia Saudita, che dimostrano l’occupazione di questo ambiente arido. Attualmente, riportano gli esperti, esistono prove archeologiche molto limitate della presenza umana nell’Arabia settentrionale tra 25 e 10 mila anni fa. Allo stesso tempo, è noto che gli esseri umani in Medio Oriente riuscirono ad adottare con successo pratiche agricole e di pastorizia in una vasta gamma di ambienti.
- Pannello di arte rupestre monumentale a Jebel Misma (JMI18) Credito: Guagnin et al., Nature Communications (2025)
- Pannelli di arte rupestre a Jebel Arnaan. I rilievi evidenziano la stratificazione delle incisioni, mostrando la fase 1 in verde, la fase 2 in giallo, la fase 3 in bianco e la fase 4 in tonalità di blu. Credito: Guagnin et al., Nature Communications (2025)
- Scavo della Trincea 1, direttamente sotto un pannello di arte rupestre a Jebel Arnaan, dove è stato scoperto uno strumento di incisione. Credito: Progetto di arte rupestre e archeologia di Sahout
- Trincea 1 a Jebel Arnaan, situata sotto un pannello di arte rupestre. Gli scavi qui hanno portato alla luce uno strumento di incisione risalente a 12.000 anni fa. Credito: Progetto di arte rupestre e archeologia di Sahout
- Incisione naturalistica a grandezza naturale raffigurante un cammello, documentata a Jebel Misma. Credito: Progetto di arte rupestre e archeologia di Sahout
- Una punta di freccia “El Khiam” scoperta a Jebel Arnaan, in Arabia Saudita. Questo tipo di strumento è ben noto nei siti dell’Olocene inferiore nel Levante, evidenziando collegamenti a lunga distanza. Credito: Progetto di arte rupestre e archeologia di Sahout
- Campionamento paleoambientale di un antico giacimento di playa a Jebel Misma. Credito: Progetto di arte rupestre e archeologia di Sahout
Nell’Arabia settentrionale, l’attività umana, associata alle oasi, è documentata a partire da circa 10 mila anni fa, ma ci sono pochissime testimonianze di tali attività in periodi più lontani nel tempo. In questo lavoro, i ricercatori riportano le informazioni raccolte durante gli scavi nel deserto del Nefud, nell’Arabia Saudita settentrionale. L’analisi dei sedimenti, spiegano gli scienziati, indica un habitat arido con una crescente disponibilità idrica sotto forma di laghi stagionali a partire da circa 16-13 mila anni fa. Questa crescente possibilità idrica avrebbe potuto sostenere la vita umana, come dimostrato dalla produzione di monumentali opere d’arte rupestre e utensili in pietra rinvenuti nella regione. Queste opere d’arte rupestre includono oltre 130 incisioni a grandezza naturale raffiguranti cammelli, stambecchi, cavalli, gazzelle e uri. Alcune incisioni, precisano gli autori, sono alte più di due metri, ma sono presenti anche raffigurazioni in scala di cammelli e figure umane. Il gruppo di ricerca ha portato alla luce anche 532 utensili in pietra, la cui forma potrebbe indicare connessioni culturali con culture contemporanee del Medio Oriente. Gli studiosi suggeriscono che gli stessi gruppi umani potrebbero aver realizzato sia l’arte rupestre che gli utensili in pietra. Sebbene sia ancora difficile stabilire legami diretti tra i creatori degli utensili in pietra e l’arte rupestre, queste nuove scoperte dimostrano l’adattamento umano a un clima variabile e secco in un’epoca e in un luogo finora caratterizzato da testimonianze piuttosto scarse.(30Science.com)