Roma – Sono almeno otto le specie di pipistrelli che si spostano o si nutrono negli allevamenti di suini nel Nord Italia. Lo rivela uno studio guidato da Francesca Festa, della Sapienza Università degli Sudi di Roma, riportato su PLOS One. La ricerca ì ha utilizzato un approccio multidisciplinare combinando rilievi bioacustici, analisi del paesaggio e virologia molecolare. Lo studio, condotto tra il 2021 e il 2022 in 14 allevamenti suini, ha rilevato una forte presenza e attività di specie come Pipistrellus kuhlii, P. pipistrellus e Hypsugo savii. La ricerca ha evidenziato che la mancanza di barriere fisiche e adeguate misure di biosicurezza tra i pipistrelli o le loro feci e i suini aumenta il rischio di esposizione dei maiali ai coronavirus, CoV, presenti nei pipistrelli. In particolare, sono stati rilevati almeno otto tipi di coronavirus circolanti nei pipistrelli vicini agli allevamenti, con possibili rischi di ricombinazione virale dovuti al contemporaneo passaggio di virus tra specie diverse di pipistrelli. L’analisi filogenetica suggerisce che i maiali potrebbero essere esposti a CoV da diverse specie di pipistrelli, aumentando l’importanza di controlli rigorosi negli allevamenti per prevenire spillover e potenziali emergenze sanitarie. Questo studio sottolinea come gli allevamenti intensivi, per la loro struttura e posizione, possano rappresentare un’interfaccia critica per la trasmissione di virus zoonotici, evidenziando la necessità di implementare misure di biosicurezza più efficaci per proteggere sia la salute animale che quella umana. Le scoperte sono importanti per la gestione del rischio sanitario e per lo sviluppo di politiche volte a prevenire future pandemie legate a virus emergenti nel settore agroalimentare. (30Science.com)

Valentina Arcovio
Almeno 8 specie di pipistrelli si nutrono in allevamenti suini nel Nord Italia
(15 Ottobre 2025)
Valentina Arcovio