Lucrezia Parpaglioni

Qualsiasi quantità di alcol aumenta il rischio di demenza

(24 Settembre 2025)

Roma –  Bere qualsiasi quantità di alcol aumenta probabilmente il rischio di sviluppare demenza, il che smentisce l’idea che un consumo moderato sia protettivo. Lo rivela uno studio guidato da Anya Topiwala, dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, pubblicato su BMJ Evidence Based Medicine. Questo è il più grande studio del suo genere a integrare dati osservazionali e genetici sul consumo di alcol e rischio di demenza. L’analisi, condotta su oltre 559.000 partecipanti di età compresa tra 56 e 72 anni provenienti dal Million Veteran Program USA e dalla UK Biobank, ha monitorato i casi di demenza nel tempo. I dati osservazionali individuano una relazione a forma di “U”: rispetto ai bevitori leggeri, sia gli astemi che i forti bevitori mostrano un rischio aumentato di demenza, con un picco del 41% e oltre per i consumatori molto intensi. Tuttavia, le analisi genetiche basate sulla randomizzazione mendeliana, meno influenzate da fattori di confondimento, evidenziano un aumento lineare del rischio di demenza con l’aumento del consumo alcolico genetico predittivo. In particolare, solo 1 o 3 drink in più a settimana aumentano il rischio di demenza del 15%. Gli autori sottolineano che molti studi precedenti potrebbero essere stati fuorviati dalla “causalità inversa”, ossia il ridotto consumo di alcol in persone con declino cognitivo precoce, scambiato per effetto protettivo del bere moderato. Secondo i risultati,  il consumo di alcol può incrementare il rischio di demenza e ridurne l’assunzione potrebbe rappresentare una strategia efficace di prevenzione.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.