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Mangiare fragole, spinaci e peperoni aumenta il rischio di assorbire i pesticidi

(24 Settembre 2025)

Roma – Secondo un nuovo studio condotto dagli scienziati dell’Environmental Working Group (EWG), il consumo di alcuni tipi di frutta e verdura – come fragole, spinaci e peperoni – può aumentare i livelli di pesticidi nocivi rilevati nell’organismo umano. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’ International Journal of Hygiene and Environmental Health. “I risultati confermano che ciò che mangiamo influenza direttamente il livello di pesticidi nel nostro organismo”, ha affermato Alexis Temkin, Ph.D. , vicepresidente scientifico dell’EWG e autore principale dello studio. “Mangiare prodotti ortofrutticoli è essenziale per una dieta sana, ma può anche aumentare l’esposizione ai pesticidi”. I partecipanti che consumavano più frutta e verdura con livelli più elevati di residui di pesticidi – come fragole, spinaci e peperoni – presentavano livelli significativamente più elevati di pesticidi nelle urine rispetto a coloro che mangiavano principalmente prodotti con livelli più bassi di residui di pesticidi. Questi risultati evidenziano come la dieta sia un fattore determinante nell’esposizione ai pesticidi e forniscono una base per future ricerche su come tale esposizione possa influire sulla salute umana nel tempo. “Questo studio si basa su lavori precedenti che dimostrano come alcuni tipi di frutta e verdura rappresentino una delle principali vie di esposizione ai pesticidi per milioni di americani”, ha affermato Temkin. “I bambini piccoli e le donne incinte sono particolarmente vulnerabili ai danni derivanti dall’esposizione”. Gli scienziati dell’EWG hanno raccolto per la prima volta i dati del Dipartimento dell’Agricoltura sui residui di pesticidi nei prodotti agricoli dal 2013 al 2018. Hanno poi combinato questi dati con le risposte ai questionari alimentari e con i dati del biomonitoraggio delle urine di 1.837 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dei Centers for Disease Control and Prevention, dal 2015 al 2016. Questi anni riflettono i dati più aggiornati e la più ampia gamma di tracciamento dei pesticidi. Utilizzando questi dati, l’EWG ha creato un “punteggio di esposizione alimentare ai pesticidi” per stimare l’esposizione delle persone in base alla frutta e alla verdura consumate e ai livelli di pesticidi presenti in tali prodotti. Le quantità di pesticidi presenti nei prodotti sono state determinate in base alla frequenza e alla quantità di ciascuna sostanza chimica rilevata. L’EWG ha inoltre preso in considerazione la concentrazione e la tossicità di ciascun pesticida. Gli scienziati hanno poi confrontato i punteggi di esposizione con 15 biomarcatori, o indicatori, di pesticidi presenti nelle urine dei partecipanti, per tre classi principali: organofosfati, piretroidi e neonicotinoidi. I risultati hanno rivelato un chiaro legame tra i prodotti specifici consumati dalle persone e i livelli di questi pesticidi rilevati nelle loro urine, che variavano a seconda di cosa mangiavano e dei pesticidi presenti in quei frutti e verdure.(30Science.com)

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