Roma – La presenza di troppi animali dello stesso sesso negli zoo sta ostacolando gli sforzi di conservazione delle specie in via di estinzione cui questi animali appartengono. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Debrecen, Ungheria, e pubblicato su Scientific Reports. La ricerca, il più grande studio mai condotto su oltre 2,6 milioni di registri di nascita negli zoo, rivela un rapporto tra i sessi sbilanciato nelle specie in via di estinzione in cattività. Il team internazionale di scienziati che ha condotto lo studio sottolinea che è fondamentale che gli zoo tengano conto del rapporto tra maschi e femmine nati in cattività quando pianificano progetti di conservazione e programmi di riproduzione per le specie in via di estinzione, per evitare la minaccia silenziosa di avere troppi esemplari dello stesso sesso.

Fernanda, l’unica tartaruga gigante Fernandina vivente conosciuta (Chelonoidis phantasticus, o “fantastica tartaruga gigante”), ora vive al Centro di allevamento di tartarughe giganti del Parco Nazionale delle Galápagos sull’isola di Santa Cruz. Fernanda, dal nome della sua casa sull’isola di Fernandina, è la prima della sua specie identificata in più di un secolo. Il genetista di Princeton Stephen Gaughran ha estratto con successo il DNA da un esemplare raccolto nella stessa isola più di un secolo fa e ha confermato che Fernanda e l’esemplare del museo sono membri della stessa specie e geneticamente distinti da tutte le altre tartarughe delle Galapagos.
CREDITO
Per gentile concessione della Galápagos Conservancy
Le distorsioni nel rapporto tra i sessi delle popolazioni possono aumentare drasticamente il rischio di estinzione, limitando la diversità genetica, aumentando la consanguineità e rendendo la popolazione più vulnerabile al collasso. In cattività, una disparità di genere può anche causare problemi nella sistemazione degli animali in modo sicuro, evitando conflitti. La ricerca ha esaminato oltre 450 specie di uccelli e mammiferi, tra cui 30 specie in via di estinzione come elefanti asiatici, tigri e ippopotami pigmei, con rapporto tra i sessi alla nascita in cattività (BSR) significativamente distorti. Si è scoperto che mentre i leoni hanno un numero di maschi e femmine all’incirca uguale, i ghepardi hanno più prole maschile e le tigri hanno una propensione per le femmine. Gli scienziati sono rimasti sorpresi nello scoprire che gli elefanti asiatici mostravano una propensione per i maschi, il che è preoccupante dato il loro sistema matriarcale in cui pochi maschi si riproducono. Nei mammiferi, il sistema riproduttivo si è rivelato un fattore predittivo significativo della distorsione del rapporto tra i sessi, con le specie monogame che tendono a produrre più prole maschile. Ad esempio, i lemuri dalla coda ad anelli – l’animale più comune negli zoo al mondo – formano legami di coppia a lungo termine e hanno mostrato una forte tendenza al sesso maschile nelle nascite negli zoo. “Si tratta del più ampio studio sui rapporti tra i sessi alla nascita negli animali dello zoo, che ci fornisce una comprensione molto migliore dei fattori che determinano la variazione del rapporto tra i sessi nelle diverse specie”, ha affermato Oscar Miranda, primo autore dello studio e ricercatore presso l’Università di Debrecen (Ungheria). “I nostri risultati dimostrano che anche gli zoo ben gestiti potrebbero accumulare silenziosamente distorsioni sessuali che minacciano la sopravvivenza delle specie in via di estinzione”.(30Science.com)