Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Canyon sottomarino di Caprera è un hotspot fondamentale per delfini e balene

(10 Luglio 2025)

Roma – Il canyon sottomarino di Caprera, al largo della Sardegna, è un vero e proprio hotspot per la biodiversità di balene e delfini. E’ quanto emerge da uno studio guidato da Seame Sardinia e pubblicato su PLOS One. Il Canyon di Caprera, al largo della Sardegna nel Mediterraneo occidentale, era già da tempo considerato un importante habitat per i cetacei, sebbene gli studi sull’area rimanessero limitati. Per colmare questa lacuna conoscitiva, nell’ambito del nuovo studio, tra il 2011 e il 2019 sono state condotte 216 campagne di osservazione condotte da imbarcazioni, coprendo 8443 km², utilizzando sia imbarcazioni da ricerca che imbarcazioni per il whale-watching.

Mappe che mostrano la posizione degli avvistamenti di cetacei al largo della Sardegna nord-orientale, durante il periodo di studio (2011-2019), in scala per dimensione del gruppo. I parchi nazionali/internazionali vicini sono mostrati in grigio chiaro e il Santuario Pelagos come area tratteggiata. I dati mostrati nelle mappe si basano su 1110 avvistamenti, sia “on-effort” che “off-effort”. Stenella striata (n = 604); Balenottera comune (n = 244); Zifio (n = 149); Tursiope (n = 79); Capodoglio (n = 15); Grampo (n = 10); Delfino comune (n = 8) e Zifio di Sowerby (n = 1).
Credito
Bittau et al., 2025, PLOS One, CC-BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)

Sono stati descritti la distribuzione, la diversità, l’abbondanza relativa (Tasso di Incontro – ER) e l’utilizzo dell’habitat dei cetacei, insieme a osservazioni comportamentali ed ecologiche pertinenti. In totale, sono state segnalate 8 specie in 810 avvistamenti, che comprendono 7 degli 8 cetacei regolarmente presenti nel Mar Mediterraneo occidentale. Queste specie, in ordine di abbondanza relativa, includono la stenella striata (Stenella coeruleoalba), la balenottera comune (Balaenoptera physalus), lo zifio (Ziphius cavirostris), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il grampo (Grampus griseus), il delfino comune (Delphinus delphis), il tursiope (Tursiops truncatus) e una singola osservazione del mesoplodonte di Sowerby (Mesoplodon bidens). Ciò si traduce in un ER complessivo di 10,6 avvistamenti/100 km. Gli ER indicano che alcune specie sono particolarmente abbondanti nell’area di studio, con lo zifio che registra uno dei valori di ER più alti mai documentati nel Mar Mediterraneo.Le osservazioni sui piccoli e sul comportamento suggeriscono che l’area di studio funge da area di riproduzione e alimentazione per la maggior parte delle specie. L’elevata diversità di cetacei e la relativa abbondanza, insieme alla presenza regolare di specie in pericolo e vulnerabili, identificano il Canyon di Caprera come un importante hotspot per la diversità dei cetacei. I modelli di idoneità dell’habitat che utilizzano l’approccio della massima entropia (MaxEnt) evidenziano che altri canyon più piccoli che circondano il Canyon di Caprera potrebbero fornire habitat idonei per le specie che si immergono in profondità. “I risultati qui presentati – scrivono gli autori – servono come dati di riferimento per futuri studi sull’ecologia e le dinamiche a lungo termine dei cetacei nel Mar Tirreno centro-occidentale. Sottolineiamo che il Canyon di Caprera e le aree circostanti potrebbero trarre beneficio dalla designazione di Area Importante per i Mammiferi Marini (IMMA), potenzialmente contribuendo agli sforzi di conservazione, orientando la pianificazione dello spazio marino e fornendo informazioni per lo sviluppo di politiche volte a mitigare le minacce nella regione”. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla