Roma – Gli antichi egizi condividevano antenati con le popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della Liverpool John Moores University. Il team, guidato da Adeline Morez Jacob, ha analizzato dati del sequenziamento dell’intero genoma di un antico egiziano, recuperati da una tomba dell’Antico Regno, a Nuwayrat, nell’Alto Egitto. Le informazioni genetiche, risalenti alla III-IV dinastia, rivelano i legami che potrebbero aver forgiato la diversità genetica degli antichi egizi.
- Posizione geografica del cimitero di Nuwayrat (punto rosso) e degli individui del Terzo Periodo Intermedio precedentemente sequenziati di Abusir-el Meleq (rombo viola). Crediti: Morez, A. (2025). Nature.
- Vaso di ceramica in cui è stato rinvenuto l’individuo di Nuwayrat. Fonte: Morez, A. (2025). Nature
- Tombe scavate nella roccia a Nuwayrat che racchiudono il vaso di ceramica contenente la bara funeraria in ceramica. Crediti: Morez, A. (2025). Nature.
L’Antico Regno, spiegano gli esperti, si riferisce al periodo tra il 2686 e il 2125 a.C., e fu caratterizzato da una notevole stabilità e da un drive per l’innovazione, tra cui la costruzione della prima piramide a gradoni. Sebbene decenni di ricerca abbiano contribuito alla nostra conoscenza generale degli antichi Egizi, si sa ancora poco del loro patrimonio genetico. Ad oggi, il sequenziamento del genoma è stato effettuato solamente in tre individui e in modo parziale. Per superare queste lacune, gli scienziati hanno esaminato le informazioni di un uomo vissuto tra il 2855 e il 2570 a.C. Trovato sepolto in un sarcofago a Nuwayrat, il defunto è stato associato a un elevato stato sociale, e le analisi indicano che sia deceduto tra i 44 e i 64 anni, un traguardo importante per l’epoca. Il gruppo di ricerca ha estratto delle sezioni di DNA, che sono state confrontate con una libreria di 3.233 individui odierni e 805 antichi. Attraverso la modellizzazione genetica, gli autori hanno evidenziato una notevole somiglianza con gli antenati del Neolitico nordafricano. Inoltre, circa il 20 per cento del suo materiale genetico è stato associato alla Mezzaluna Fertile orientale, il che avvalora le ipotesi degli scambi commerciali tra le due regioni. Gli studiosi riconoscono che questo singolo individuo potrebbe non essere rappresentativo della popolazione generale dell’epoca, ma sottolineano che la scoperta segna un progresso importante per la nostra comprensione degli egizi dell’Antico Regno. Questi risultati, concludono gli autori, potrebbero rappresentare la base per ulteriori progetti di sequenziamento completo del DNA egizio.(30Science.com)