Lucrezia Parpaglioni

I Neanderthal avevano fabbriche dove lavoravano grasso osseo già 125.000 anni fa

(3 Luglio 2025)

Roma  – I Neanderthal praticavano la lavorazione intensiva del grasso osseo già 125.000 anni fa nel sito di Neumark-Nord (NN2/2B), nell’attuale Germania. Lo rivela uno studio condotto da Lutz Kindler, della Johannes Gutenberg Universitat Mainz, e colleghi, pubblicato su Science Advances. Questa ricerca rappresenta il più antico caso documentato di produzione sistematica di grasso nel Paleolitico, anticipando di molto le precedenti stime che collocavano tali pratiche nel Paleolitico superiore, circa 28.000 anni fa, ben dopo l’estinzione dei Neanderthal. Gli autori hanno analizzato i resti di 172 animali di grandi dimensioni, tra cui cavalli, cervi e bovidi, insieme a oltre 16.500 manufatti in selce e altri oggetti indicativi dell’uso del fuoco.

Le evidenze mostrano che i Neanderthal trasportavano le carcasse in un’area di circa 50 metri quadrati per frantumare le ossa e ricavare grasso sia dal midollo osseo che dal tessuto osseo compatto, utilizzando tecniche di frantumazione e taglio sofisticate. Circa 2.000 minuscoli frammenti ossei presentano segni di esposizione al fuoco dopo la bollitura, come indicato dalla tipica colorazione e consistenza delle ossa riscaldate. Questa “fabbrica di grasso” testimonia un notevole investimento di tempo e sforzi da parte dei Neanderthal per recuperare preziosi lipidi, fondamentali per integrare la loro dieta e aumentare l’apporto calorico in un ambiente paleolitico. La capacità di ottenere calorie extra attraverso il midollo e il grasso osseo ha avuto un ruolo cruciale nell’evoluzione umana, favorendo una maggiore longevità e successo riproduttivo. La scoperta modifica sostanzialmente la comprensione delle strategie di sopravvivenza e dell’intensificazione delle risorse da parte degli ominidi, dimostrando che i Neanderthal avevano sviluppato tecniche avanzate di sfruttamento alimentare molto prima di quanto si pensasse. (30Science.com) a minuscoli frammenti . Nei siti di Neumark-Nord 2/2B, le ossa importate venivano inizialmente frantumate per estrarre il midollo dalle cavità (vedi A; le frecce indicano impatti di pietra a martello su un omero di uro). Successivamente, le ossa venivano frantumate e tagliate in pezzi più piccoli (mostrati da B a F, sempre da un omero come si vede in A) per facilitare l’estrazione del grasso sia dal tessuto osseo spugnoso che da quello compatto. Circa 2.000 minuscoli frammenti ossei entrarono accidentalmente in contatto con il fuoco dopo la bollitura, dando origine alla tipica colorazione (che va dal marrone scuro e nero al bianco) e alla consistenza comunemente riscontrate nelle ossa riscaldate.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.