Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Più di 1400 scienziati chiedono all’UE una forte spinta a difesa della biodiversità

(26 Giugno 2025)

Roma – “L’ambiente e la biodiversità in particolare devono tornare ad essere una priorità per l’UE e i suoi programmi di finanziamento”, così Stefano Picchi esperto di biodiversità e membro della Commissione Aree Protette dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), tra i firmatari di una lettera aperta alle istituzioni europee, sottoscritta da più di 1400 studiosi, che chiede all’UE un radicale cambio di rotta sulla tutela della natura in vista della programmazione finanziaria pluriennale dell’Unione.

“La biodiversità europea è in crisi – si legge nella lettera la cui sottoscrizione è stata avviata da Scientists for Future – L’Agenzia europea dell’ambiente ha riferito che oltre l’80 per cento degli habitat nell’UE si trova in uno stato di conservazione scarso o pessimo. Il degrado degli ecosistemi non è solo una minaccia per le specie e gli habitat, ma mette anche a repentaglio i servizi ecosistemici che sostengono la nostra sicurezza alimentare, l’approvvigionamento idrico, la resilienza climatica e il benessere umano generale”.

 

Press Briefing Close the EU biodiversity funding gap – 2025 06 26

Si prevede che la Commissione europea pubblicherà la sua prima bozza del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’Unione tra poche settimane, il 16 luglio 2025. Questo documento delineerà come l’Unione europea allocherà le sue ingenti risorse per i prossimi anni. I firmatari chiedono che il Quadro tenga conto della protezione dell’ambiente e della biodiversità considerandola un obiettivo a sé stante, con fondi dedicati e regole stringenti per un loro corretto utilizzo “Sebbene il QFP 2021-2027 abbia segnato un passo avanti – si legge nella lettera – la biodiversità riceve ancora solo una frazione del bilancio dell’UE. Attualmente, il 6 per cento del bilancio dell’UE sostiene obiettivi relativi alla biodiversità, compresi i finanziamenti del piano di ripresa NextGeneration EU. L’UE si era impegnata ad aumentare questa quota al 7,5 per cento nel 2024 e ulteriormente al 10 per cento entro il 2026-2027.

Tuttavia, gli attuali livelli di spesa rimangono ben al di sotto di quanto necessario per colmare il deficit di finanziamento e persino l’obiettivo di finanziamento del 10 per cento sarà difficile da raggiungere”.

“Chiediamo pertanto – continuano gli studiosi – Finanziamenti dedicati e ben finanziati per la biodiversità nel prossimo QFP e una continuazione del programma LIFE, con una destinazione chiara e indipendente, distinta dalla spesa generale per l’ambiente o il clima; Soglie di spesa per la biodiversità nei piani di investimento nazionali; Requisiti rigorosi basati sulle prestazioni che includono risultati positivi per la natura per i grandi investimenti, in particolare infrastrutturali; Piena attuazione di un principio rafforzato di “non arrecare danno significativo” in settori specifici. E blocco dei fondi in caso di violazione del principio, insufficiente attuazione del diritto ambientale dell’UE o violazione degli obiettivi e delle tappe fondamentali della politica ambientale; Istituzione di un Fondo dedicato al Ripristino della Natura; Rafforzamento della capacità amministrativa e del supporto tecnico a livello regionale e locale per garantire che i fondi siano accessibili e utilizzati in modo efficace; Garanzie volte a garantire che i finanziamenti dell’UE per lo sviluppo strategico non vadano a scapito delle aree protette, della connettività ecologica o della salute degli ecosistemi a lungo termine”.

“Questi obiettivi – conclude Picchi – sono essenziali non solo direttamente per la tutela ambientale, ma anche per tutto quello che all’ambiente è strettamente connesso come la salute umana e animale e la sicurezza del territorio. L’Italia è stato il massimo beneficiario del programma LIFE per l’ambiente soprattutto in regioni spesso colpite da eventi estremi come nel Nord Italia. Non rifinanziarlo adeguatamente e più in generale non adottare una strategia europea davvero incisiva in materia di salvaguardia della natura e della biodiversità, può esporci a seri pericoli oltre a danneggiare forse irrimediabilmente il futuro del Pianeta”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla