Roma – È possibile ottenere androgenesi nei topi, un processo in cui la prole nasce esclusivamente dal materiale genetico maschile, cosa che non avviene naturalmente nei mammiferi a causa dell’imprinting genomico. Lo dimostra, per la prima volta, uno studio guidato da Yanchang Wei, della Shanghai Jiao Tong University, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli autori hanno identificato sette regioni chiave di controllo dell’imprinting, la cui metilazione epigenetica regola l’espressione genica in base all’origine parentale. Interrompendo queste regioni, si causano morte o gravi difetti nello sviluppo embrionale. Ripristinando lo stato di metilazione di queste sette regioni, è stato possibile migliorare l’espressione genica e prolungare lo sviluppo embrionale androgenetico nei topi. Nel dettaglio, sono state impiantate 259 blastocisti androgenetiche in 18 topi riceventi, ottenendo 16 gravidanze e tre cuccioli maschi vivi. Uno dei cuccioli è morto poco dopo la nascita a causa di una modifica epigenetica anomala in due regioni di imprinting, mentre gli altri due sono cresciuti normalmente, presentando pattern di metilazione corretti, fertilità e capacità di generare prole sana. Gli scienziati concludono che l’imprinting genomico rappresenta un ostacolo fondamentale allo sviluppo a termine degli embrioni uniparentali nei mammiferi e che l’editing epigenetico mirato può superare questo limite, aprendo nuove prospettive per la biologia dello sviluppo e la riproduzione.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Con editing epigenetico maschi possono fare a meno delle femmine per riprodursi
(24 Giugno 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.