Lucrezia Parpaglioni

Tumori: decine di milioni di nanoaghi potrebbero sostituire le dolorose biopsie

(17 Giugno 2025)

Roma – Un innovativo cerotto contenente decine di milioni di nanoaghi microscopici potrebbe rivoluzionare le procedure diagnostiche tradizionali, sostituendo le biopsie tumorali invasive e dolorose. Lo rivela uno studio condotto dal gruppo di ricerca del King’s College di Londra, pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology. Il cerotto, sviluppato grazie a un’approfondita collaborazione multidisciplinare tra nanoingegneria, oncologia clinica, biologia cellulare e intelligenza artificiale, è in grado di raccogliere informazioni molecolari dai tessuti senza rimuoverli o danneggiarli. I nanoaghi, mille volte più sottili di un capello umano, estraggono “impronte digitali” molecolari, tra cui lipidi, proteine e mRNA, dalle cellule, permettendo un’analisi dettagliata tramite spettrometria di massa e algoritmi di intelligenza artificiale. Negli studi preclinici, il cerotto è stato applicato su tessuto tumorale cerebrale umano e modelli murini, dimostrando la capacità di fornire informazioni multidimensionali sulla presenza del tumore, la risposta ai trattamenti e la progressione della malattia a livello cellulare, senza distruggere il tessuto. Questo consente di effettuare campionamenti ripetuti sulla stessa area, un risultato impossibile con le biopsie tradizionali che asportano frammenti di tessuto. “La tecnologia può trasformare la diagnostica e il monitoraggio di malattie complesse come il tumore al cervello e l’Alzheimer, offrendo un’alternativa indolore e meno invasiva per milioni di pazienti”, ha detto Ciro Chiappini, a capo della ricerca. “Inoltre, durante la neurochirurgia, il cerotto potrebbe fornire risultati in tempo reale, entro 20 minuti, aiutando i chirurghi a prendere decisioni più rapide e precise riguardo alla rimozione del tessuto canceroso”, ha aggiunto Chiappini. Realizzati con tecniche simili a quelle utilizzate per la fabbricazione di chip per computer, i nanoaghi possono essere integrati in dispositivi medici comuni come bende, endoscopi e lenti a contatto, ampliando ulteriormente le potenzialità di questa tecnologia. Il progetto è stato finanziato dal Consiglio europeo della ricerca, Starting Grant, Wellcome Leap, EPSRC e MRC dell’UKRI, che hanno fornito le risorse necessarie per l’acquisizione di strumentazione analitica avanzata. Questa innovazione rappresenta un significativo passo avanti verso la fine delle biopsie dolorose, aprendo nuove strade per la diagnosi e il monitoraggio sicuro, rapido e indolore delle malattie. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.