Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Un rivoluzionario sensore userà i colori per valutare lo stato di salute dei coralli

(29 Maggio 2025)

Roma – Un nuovo strumento di analisi permetterà di valutare in profondità la salute delle barriere coralline a partire dai dati sui colori di questi ecosistemi raccolti dai satelliti. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università Re Abdullah per la scienza e la tecnologia (KAUST) e pubblicato su Remote Sensing in Ecology and Conservation. Le alghe che vivono nei coralli condividono con questi nutrienti e risorse, conferendo loro il colore distintivo. Quando i coralli sono sotto stress e competono per risorse limitate, “espellono” le alghe compagne che li aiutano a nutrirsi. Questo provoca lo sbiancamento, in cui i coralli perdono la pigmentazione e diventano gradualmente bianchi. Questo processo indebolisce l’organismo corallino e lo rende più vulnerabile: periodi prolungati di sbiancamento possono uccidere i coralli e decimare le barriere coralline. “Monitorare la salute delle barriere coralline nel contesto dei cambiamenti climatici è fondamentale – afferma Elamurugu Rajadurai Pandian della KAUST, che ha lavorato al progetto durante il suo dottorato di ricerca, sotto la supervisione di Ibrahim Hoteit della KAUST – e il telerilevamento satellitare fornisce una strategia conveniente, più efficiente del tradizionale campionamento sul campo, che può richiedere molto tempo e risorse”. Il nuovo strumento utilizza i vasti set di dati raccolti dalle immagini satellitari ogni cinque giorni. Mentre studi precedenti avevano utilizzato le immagini satellitari per monitorare gli eventi di sbiancamento dei coralli, il team ha portato questa tecnica a un livello superiore includendo un’analisi della gravità dello sbiancamento. Ciò significa che le aree possono essere rapidamente classificate in base alla probabilità che lo sbiancamento diventi più intenso. “I coralli sani – spiega Rajadurai Pandian – e quelli sbiancati riflettono la luce in modo diverso e i satelliti possono rilevare queste variazioni”. I ricercatori hanno sfruttato queste differenze di colore e luminosità in migliaia di immagini satellitari per identificare con precisione i coralli sbiancati. In primo luogo, hanno analizzato la quantità di luce riflessa dal fondale oceanico sia dai coralli sani che da quelli sbiancati. Successivamente, hanno utilizzato una tecnica matematica chiamata approccio dei minimi quadrati. Questo ha permesso di identificare schemi nei dati e di separare accuratamente i coralli sbiancati da quelli sani, rendendo il tasso di rilevamento complessivo più preciso e affidabile. “L’accuratezza del rilevamento dipende dalla correzione atmosferica delle immagini satellitari, complicata dalla vicinanza del Mar Rosso ai deserti e dalle frequenti tempeste di polvere”, afferma Rajadurai Pandian. “Abbiamo utilizzato un algoritmo avanzato che ha rimosso i valori di riflettanza errati causati da aerosol e particolato. Ciò ha migliorato significativamente l’accuratezza dei dati satellitari sul colore dell’oceano nel nostro modello, in particolare sulle complesse acque poco profonde del Mar Rosso, ricche di barriere coralline.” Il loro modello ha anche una risoluzione spaziale migliorata rispetto ai modelli precedenti, fornendo analisi dettagliate dello stato di salute dei coralli ogni dieci metri. Monitorando l’intensità dello sbiancamento, da bassa ad alta, gli scienziati possono ottenere informazioni più approfondite sulla resilienza dei coralli e sul loro potenziale di recupero.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla