Roma – Senza predatori di vertice come le tigri le foreste rischiano di subire un eccesso di pascolo da parte degli erbivori, non riuscendo così ad assorbire e ad immagazzinare carbonio a sufficienza. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Northeast Forestry University e pubblicato su Global Change Biology. I ricercatori hanno scoperto che la presenza di tigri è associata a maggiori riserve di carbonio nella vegetazione forestale per unità di superficie, nonché a minori emissioni di anidride carbonica e a una maggiore rimozione di anidride carbonica rispetto alle foreste prive di tigri. I risultati rivelano che le tigri sono sia un indicatore che un motore delle riserve di carbonio degli ecosistemi forestali, a seconda delle condizioni ecologiche sottostanti, e potrebbero contribuire a proteggere dalle emissioni di carbonio. “La nostra analisi indica che la densità delle tigri può influenzare le riserve di carbonio della vegetazione forestale controllando le grandi prede erbivore, ma ci sono importanti dipendenze dal contesto e risultati variabili da considerare”, ha affermato l’autore corrispondente Guangshun Jiang, PhD, della Northeast Forestry University. “Ricostruire le riserve di carbonio forestali può sostenere la crescita della popolazione di tigri, mentre la presenza di tigri sembra anche avere un effetto di protezione per proteggere le foreste dalla deforestazione e dalle relative emissioni di carbonio”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Salvare le tigri è essenziale nella lotta al climate change
(7 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla