Roma – Non sempre la fuga dei cervelli rappresenta un problema per lo sviluppo delle nazioni. In alcuni casi può addirittura essere vantaggiosa. È quanto emerge da uno studio guidato dalla Nova School of Business and Economics e pubblicato su Science. Gli autori hanno analizzato i meccanismi complessi che collegano l’emigrazione di individui altamente qualificati dai paesi in via di sviluppo e il loro impatto sociale ed economico sui luoghi di origine. Gli autori dimostrano che questa migrazione può, nelle giuste condizioni, stimolare la crescita del capitale umano in patria – ciò che gli economisti chiamano “acquisizione di cervelli” o “circolazione di cervelli”. Quando i lavoratori qualificati perseguono opportunità all’estero, il loro successo può incentivare altri a investire nell’istruzione, alimentare lo sviluppo basato sulle rimesse e facilitare il trasferimento di conoscenze e tecnologie attraverso le reti sociali e la migrazione di ritorno. Tuttavia, questi benefici dipendono in larga misura da fattori quali un sistema educativo reattivo, la natura delle competenze richieste e il più ampio contesto economico del paese di origine. In conclusione i ricercatori sostengono che le politiche non dovrebbero cercare di limitare la migrazione, ma piuttosto di potenziarne gli effetti positivi.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Nei paesi più poveri, la fuga dei cervelli può essere un vantaggio
(22 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla