Roma – I paesi democratici tendono a essere considerati più rispettosi dell’ambiente , ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che spesso esternalizzano l’impatto ambientale dei loro consumi presso altre nazioni. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ETH di Zurigo e pubblicato su PLOS Climate. Gli autori hanno analizzato singolarmente 161 Paesi tra il 1990 e il 2015, concentrandosi sulla relazione tra democrazia e delocalizzazione dell’inquinamento e valutando poi in che modo la delocalizzazione dell’inquinamento è correlata alle emissioni di gas serra. Hanno scoperto che i paesi democratici tendevano a delocalizzare prodotti e processi dannosi per l’ambiente in modo significativamente più elevato rispetto ad altri paesi. La loro analisi ha anche mostrato che la delocalizzazione dell’inquinamento era significativamente associata a livelli di emissione locali inferiori, in particolare per i paesi classificati come più democratici: le emissioni di gas serra per queste nazioni più democratiche erano inferiori di oltre una tonnellata pro capite (-1,55; -0,45) quando si aumentava la delocalizzazione dell’inquinamento, rispetto alle nazioni meno democratiche. Questi risultati mettono in discussione la superiorità morale delle democrazie rispetto alle autocrazie in termini di tutela ambientale e suggeriscono che, in particolare, le democrazie ad alto reddito dovrebbero cercare di riorientare le politiche ambientali per concentrarsi sull’impatto ambientale globale delle loro attività economiche nazionali. Gli autori aggiungono: “Offriamo uno dei primi studi sistematici su quanto la delocalizzazione dell’inquinamento sia associata ai livelli di emissioni nazionali (territoriali) nelle democrazie. Il risultato principale è che la delocalizzazione dell’inquinamento è correlata in modo significativo e sostanziale a minori emissioni di gas serra ‘interne’ nelle democrazie”. (30Science.com)