Roma – Da New York a Dallas, fino a Seattle, moltissime città americane stanno sperimentando un abbassamento delle aree urbane da 2 a 10 millimetri all’anno. Questo inquietante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del Virginia Tech. Il team, guidato da Leonard Ohenhen e Manoochehr Shirzaei, ha utilizzato misurazioni radar satellitari per creare mappe ad alta risoluzione della subsidenza, ovvero dell’abbassamento del terreno, per 28 delle città più popolose degli Stati Uniti. Queste realtà, riportano gli scienziati, ospitano 34 milioni di persone, circa il 12 per cento della popolazione totale statunitense. In ogni contesto urbano considerato, almeno il 20 per cento della superficie sta sprofondando, con picchi del 65 per cento in 25 città. “Quando il terreno si sposta verso il basso, anche solo di poco – sostiene Ohenhen – l’integrità strutturale di edifici, strade, ponti e dighe può essere profondamente compromessa. Nel corso del tempo si possono accumulare molti piccoli cambiamenti, che amplificano i punti deboli dei sistemi urbani e esacerbano i rischi di inondazione”. L’analisi ha rivelato che diverse città del Texas hanno registrato alcuni dei tassi di abbassamento più elevati mai misurati, con circa 5 millimetri all’anno, e fino a 10 millimetri all’anno in alcune zone di Houston. Alcune zone, rivelano gli studiosi, stanno sprofondando più velocemente delle aree adiacenti. Questo fenomeno rappresenta uno degli effetti più dannosi ma meno visibili della subsidenza: il movimento irregolare può causare crepe e destabilizzare edifici, fondamenta e infrastrutture. Il gruppo di ricerca ha considerato come i rischi infrastrutturali aumentino al variare dei tassi di subsidenza. La natura latente di questo rischio implica che le infrastrutture possano essere compromesse silenziosamente nel tempo, con danni che diventano evidenti solo quando sono gravi o potenzialmente catastrofici. In aggiunta, sostengono gli scienziati, con la continua crescita delle città, aumenta anche la domanda di acqua dolce. “Se l’acqua viene estratta da una falda acquifera più velocemente di quanto possa essere rigenerata – osserva Shirzaei – può sgretolarsi e compattarsi nel terreno. L’effetto combinato dei cambiamenti nei modelli meteorologici con la popolazione urbana e la crescita socioeconomica sta potenzialmente accelerando i tassi di subsidenza e trasformando aree urbane precedentemente stabili in zone vulnerabili alle inondazioni, al fallimento delle infrastrutture e al degrado del territorio a lungo termine”. I risultati, sottolineano gli esperti, evidenziano l’importanza di integrare il monitoraggio della subsidenza del terreno nelle politiche di pianificazione urbana per prevenire il peggioramento dei rischi infrastrutturali. “I possibili interventi – conclude Shirzaei – comprendono la gestione delle acque sotterranee, la pianificazione avanzata della resilienza delle infrastrutture e lo sviluppo di quadri di monitoraggio a lungo termine per la diagnosi precoce”. (30Science.com)
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USA, le città americane stanno affondando
(8 Maggio 2025)

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