Lucrezia Parpaglioni

Con un tratto di DNA umano in più, i cervelli dei topi diventano più grandi

(16 Maggio 2025)

Roma – Inserire un frammento di DNA umano, chiamato HARE5, induce nei topi lo sviluppo di cervelli più grandi rispetto alla norma, il che fornice un importante contributo alla comprensione di come gli esseri umani abbiano evoluto cervelli così voluminosi. Lo rivela uno studio guidato da un gruppo di ricerca della Duke University, pubblicato sulla rivista Nature. Il tratto di DNA HARE5 agisce come un potenziatore genetico che aumenta l’espressione del gene Fzd8, coinvolto nello sviluppo e nella crescita delle cellule neurali. Nei topi modificati con la versione umana di HARE5, lo strato esterno del cervello, la neocorteccia, si espande con un aumento del 6,5% del volume cerebrale rispetto ai topi non modificati. Questo avviene grazie a una maggiore proliferazione delle cellule staminali neurali chiamate glia radiale, che generano più neuroni. La ricerca ha confrontato gli effetti di HARE5 umano, scimpanzé e topo, evidenziando che la versione umana è più attiva nel promuovere la crescita cerebrale. Questo studio approfondisce il ruolo delle regioni accelerate umane, HAR, brevi sequenze genomiche che si sono rapidamente evolute negli esseri umani dopo la separazione evolutiva dagli scimpanzé e che potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo del cervello umano. Gli autori sottolineano che, sebbene il cervello più grande nei topi non sia ancora stato associato a miglioramenti cognitivi o di memoria, la scoperta rappresenta un passo avanti nel chiarire i meccanismi genetici alla base dell’espansione cerebrale umana. Inoltre, studi futuri dovranno indagare come HARE5 interagisca con le altre circa 3.000 regioni HAR presenti nel genoma umano per costruire un quadro più completo dell’evoluzione cerebrale. In sintesi, la ricerca evidenzia come piccoli cambiamenti nel DNA regolatore possano avere un impatto significativo sullo sviluppo e sulla complessità del cervello, contribuendo a spiegare l’unicità della nostra specie rispetto ai parenti primati. (30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.