Roma – Inserire un frammento di DNA umano, chiamato HARE5, induce nei topi lo sviluppo di cervelli più grandi rispetto alla norma, il che fornice un importante contributo alla comprensione di come gli esseri umani abbiano evoluto cervelli così voluminosi. Lo rivela uno studio guidato da un gruppo di ricerca della Duke University, pubblicato sulla rivista Nature. Il tratto di DNA HARE5 agisce come un potenziatore genetico che aumenta l’espressione del gene Fzd8, coinvolto nello sviluppo e nella crescita delle cellule neurali. Nei topi modificati con la versione umana di HARE5, lo strato esterno del cervello, la neocorteccia, si espande con un aumento del 6,5% del volume cerebrale rispetto ai topi non modificati. Questo avviene grazie a una maggiore proliferazione delle cellule staminali neurali chiamate glia radiale, che generano più neuroni. La ricerca ha confrontato gli effetti di HARE5 umano, scimpanzé e topo, evidenziando che la versione umana è più attiva nel promuovere la crescita cerebrale. Questo studio approfondisce il ruolo delle regioni accelerate umane, HAR, brevi sequenze genomiche che si sono rapidamente evolute negli esseri umani dopo la separazione evolutiva dagli scimpanzé e che potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo del cervello umano. Gli autori sottolineano che, sebbene il cervello più grande nei topi non sia ancora stato associato a miglioramenti cognitivi o di memoria, la scoperta rappresenta un passo avanti nel chiarire i meccanismi genetici alla base dell’espansione cerebrale umana. Inoltre, studi futuri dovranno indagare come HARE5 interagisca con le altre circa 3.000 regioni HAR presenti nel genoma umano per costruire un quadro più completo dell’evoluzione cerebrale. In sintesi, la ricerca evidenzia come piccoli cambiamenti nel DNA regolatore possano avere un impatto significativo sullo sviluppo e sulla complessità del cervello, contribuendo a spiegare l’unicità della nostra specie rispetto ai parenti primati. (30Science.com)