Valentina Di Paola

Scoperte le prime impronte di rettili, hanno 356 milioni di anni

(14 Maggio 2025)

Roma – Hanno ben 356 milioni di anni le impronte di rettili più antiche attualmente note, e sono state rilevate su una lastra di roccia australiana. A documentare questa curiosa scoperta uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università di Uppsala. Il team, guidato da Per Ahlberg, ha analizzato i resti fossili di un’antica impronta di artigli, ritenuta appartenente a un amniote, un antico parente dei rettili. I risultati, commentano gli autori, fanno luce sull’origine degli amnioti, e collocano l’emersione di questi animali in un punto antecedente a quanto ipotizzato finora. Gli amnioti, spiegano gli esperti, rappresentano l’unico gruppo di tetrapodi che si è evoluto per riprodursi sulla terraferma. I primi fossili di corpi di amnioti e le loro impronte conosciute erano stati precedentemente datati a circa 320 milioni di anni fa.

Ora, gli studiosi hanno individuato nuove impronte su una lastra di roccia nella Formazione Snowy Plains a Victoria, in Australia, risalente a circa 356 milioni di anni fa. I ricercatori hanno identificato due serie di impronte, probabilmente appartenenti allo stesso animale. Le orme presentano segni di artigli associati a un amniote, circa 40 milioni di anni prima di quanto fosse noto. Estrapolando la distanza tra le zampe anteriori e posteriori, i ricercatori hanno confrontato le caratteristiche osservate con quelle di un moderno varano acquatico. I risultati suggeriscono che l’antico amniote potesse raggiungere circa 80 centimetri, anche se le dimensioni esatte dell’animale non sono note.

Questi risultati implicano che l’antenato comune degli amnioti moderni potrebbe essere esistito al limite tra Devoniano e Carbonifero, circa 359 milioni di anni fa e che i tetrapodi, che uniscono le linee evolutive di anfibi e amnioti moderni, siano emersi all’inizio del Devoniano superiore, circa 380 milioni di anni fa. Se queste stime verranno confermate, concludono gli scienziati, è probabile che l’evoluzione dei tetrapodi da creature acquatiche a quelle che vivevano esclusivamente sulla terraferma sia avvenuta più rapidamente di quanto si pensasse in precedenza.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).