Valentina Di Paola

Le mamme vespe hanno ottima memoria

(13 Maggio 2025)

Roma –  Le vespe che nutrono i propri piccoli sono associate a una capacità intellettuale sorprendente in termini di memoria e organizzazione. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati del Penryn Campus di Exeter in Cornovaglia. Il team, guidato da Jeremy Field, ha esaminato le vespe del genere Sphex, e la loro capacità di riconoscere i propri nidi. Questi insetti, spiegano gli esperti, scavano una piccola tana per ogni uovo, rifornendo di cibo a intervalli alterni. I ricercatori hanno scoperto che le madri riescono a ricordare la posizione di un massimo di nove nidi diversi contemporaneamente, commettendo raramente errori nonostante i nidi siano scavati nella sabbia nuda e contengano centinaia di nidi appartenenti ad altre femmine. I piccoli vengono nutriti in base all’età e alla quantità di cibo che era stato fornito in precedenza. “Il piccolo cervello di questi animali – afferma Field – è in grado di prendere decisioni di programmazione straordinariamente sofisticate.

Le vespe riescono a ricordare dove, quando e con cosa hanno nutrito i loro piccoli, in un modo che sarebbe impegnativo persino per l’organo cerebrale umano”. Non è ancora chiaro come le vespe siano in grado di realizzare queste straordinarie imprese mentali. Gli insetti, spiegano gli autori, scavano una tana, predano un bruco, che viene paralizzato e usato come recipiente per l’uovo. Le vespe chiudono quindi l’ingresso della tana per circa una settimana. Se la larva è sopravvissuta, le madri forniscono cibo, sigillano il nido e abbandonano la cella. Nel caso in cui la larva è deceduta, le vespe depongono un nuovo uovo. “Nonostante nidifichino in una sabbia nuda e relativamente anonima – precisa Field – e spesso popolata di centinaia di nidi di altre femmine, le madri commettono errori con un tasso dell’1,5 per cento”. Nell’ambito dell’indagine, sono stati esaminati 1.293 episodi di consegne di cibo. I ricercatori riportano che il rischio di errore era più elevato se le vespe avevano più figli o quando l’ordine di alimentazione veniva modificato a causa della morte di una larva. “Sono stati condotti molti esperimenti in laboratorio – conclude – ad esempio inserendo insetti in labirinti e eseguendo altri test per ottenere ricompense. Il nostro lavoro, però, condotto sul campo, evidenzia quanto sia importante per le vespe la capacità di riconoscere la prole e assicurare nutrimento adeguato”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).