Roma – Le vespe che nutrono i propri piccoli sono associate a una capacità intellettuale sorprendente in termini di memoria e organizzazione. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati del Penryn Campus di Exeter in Cornovaglia. Il team, guidato da Jeremy Field, ha esaminato le vespe del genere Sphex, e la loro capacità di riconoscere i propri nidi. Questi insetti, spiegano gli esperti, scavano una piccola tana per ogni uovo, rifornendo di cibo a intervalli alterni. I ricercatori hanno scoperto che le madri riescono a ricordare la posizione di un massimo di nove nidi diversi contemporaneamente, commettendo raramente errori nonostante i nidi siano scavati nella sabbia nuda e contengano centinaia di nidi appartenenti ad altre femmine. I piccoli vengono nutriti in base all’età e alla quantità di cibo che era stato fornito in precedenza. “Il piccolo cervello di questi animali – afferma Field – è in grado di prendere decisioni di programmazione straordinariamente sofisticate.
- Una vespa femmina che trasporta un bruco preda Credito Il professor Jeremy Field
- Una femmina che apre il suo nido, con un bruco preda dietro di lei Credito Il professor Jeremy Field
Le vespe riescono a ricordare dove, quando e con cosa hanno nutrito i loro piccoli, in un modo che sarebbe impegnativo persino per l’organo cerebrale umano”. Non è ancora chiaro come le vespe siano in grado di realizzare queste straordinarie imprese mentali. Gli insetti, spiegano gli autori, scavano una tana, predano un bruco, che viene paralizzato e usato come recipiente per l’uovo. Le vespe chiudono quindi l’ingresso della tana per circa una settimana. Se la larva è sopravvissuta, le madri forniscono cibo, sigillano il nido e abbandonano la cella. Nel caso in cui la larva è deceduta, le vespe depongono un nuovo uovo. “Nonostante nidifichino in una sabbia nuda e relativamente anonima – precisa Field – e spesso popolata di centinaia di nidi di altre femmine, le madri commettono errori con un tasso dell’1,5 per cento”. Nell’ambito dell’indagine, sono stati esaminati 1.293 episodi di consegne di cibo. I ricercatori riportano che il rischio di errore era più elevato se le vespe avevano più figli o quando l’ordine di alimentazione veniva modificato a causa della morte di una larva. “Sono stati condotti molti esperimenti in laboratorio – conclude – ad esempio inserendo insetti in labirinti e eseguendo altri test per ottenere ricompense. Il nostro lavoro, però, condotto sul campo, evidenzia quanto sia importante per le vespe la capacità di riconoscere la prole e assicurare nutrimento adeguato”. (30Science.com)