Valentina Di Paola

Cambiamenti climatici, giovani sempre più esposti a eventi estremi

(7 Maggio 2025)

Roma – Il peso della crisi climatica sarà sempre più evidente nelle generazioni più giovani, tanto che il 52 per cento dei dati nel 2020 sperimenterà un’esposizione senza precedenti alle ondate di calore, anche nello scenario più ottimistico di aumento delle temperature. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della Vrije Universiteit Brussel. Il team, guidato da Wim Thiery e Luke Grant, ha valutato l’esposizione agli eventi estremi nell’arco della vita, considerando diversi percorsi di riscaldamento climatico. L’esposizione senza precedenti, spiegano gli esperti, viene definita come una probabilità inferiore a una su 10mila di sperimentare le stesse condizioni in caso di assenza di cambiamenti climatici antropogenici. I risultati evidenziano la necessità di adottare azioni mirate per mitigare le emissioni di gas serra, e ridurre l’impatto del cambiamento climatico sulle generazioni più giovani. Stando a quanto emerge dall’indagine, se l’aumento delle temperature resterà intorno a 1,5 °C in più rispetto ai livelli preindustriali, il 16 per cento dei nati nel 1960 sarà associato al rischio di esposizione senza precedenti alle ondate di calore. Per i nati nel 2020, il valore salirebbe al 52 per cento. Nel caso in cui il riscaldamento raggiungerà i 3,5 °C, la percentuale di popolazione a rischio tra i nati nel 2025 schizzerebbe al 92 per cento. Se si considerano anche altri eventi climatici estremi oltre alle ondate di calore, l’aumento dell’esposizione con l’anno di nascita è statisticamente significativo per tutti gli eventi estremi. In condizioni normali, aggiungono gli scienziati, il sottoinsieme più vulnerabile dal punto di vista socioeconomico di ciascuna coorte di nascita ha maggiori probabilità di essere maggiormente esposto a questi eventi climatici estremi rispetto al sottoinsieme meno vulnerabile. Come limite principale, gli autori riconoscono il fatto che l’analisi non tiene conto di alcune variabili potenzialmente influenti, come gli spostamenti delle persone all’interno di confini nazionali e le tendenze della fertilità e della mortalità. Nonostante queste lacune, concludono i ricercatori, i risultati evidenziano la necessità di strategie efficaci per mitigare le future emissioni di gas serra e proteggere le generazioni future.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).