Valentina Di Paola

Anche gli oranghi parlano in modo ricorsivo

(19 Maggio 2025)

Roma – Gli oranghi selvatici mostrano una complessità comunicativa a livelli finora considerati una prerogativa degli esseri umani. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Annals of The New York Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di Warwick e dell’Università di Torino. Il team, guidato da Chiara De Gregorio, Adriano Lameira e Marco Gamba, ha analizzato i richiami d’allarme delle femmine di orango di Sumatra, esaminando la struttura ritmica dei suoni emessi. Stando a quanto emerge dall’indagine, i primati emettono suoni con una complessità stratificata che in precedenza era stata associata esclusivamente al linguaggio umano. I risultati suggeriscono che alcune capacità comunicative potrebbero avere un’origine molto più antica di quanto ipotizzato finora. La ricorsività, spiegano gli esperti, è un livello di complessità che prevede una frase semplice composta da sintagmi verbali nominali ripetuti, in modo integrato. Come le matrioske russe, la potenza della ricorsività ci permette di combinare un insieme finito di elementi per trasmettere una gamma infinita di messaggi di complessità crescente. I ricercatori hanno scoperto che gli oranghi erano in grado di produrre periodi con una ricorsività di terzo ordine. In particolare, i suoni individuali si presentavano in piccole combinazioni (primo strato), che potevano formare gruppi più grandi (secondo strato) e insiemi ancora più estesi (terzo strato). Proprio come in un brano musicale con schemi ricorrenti, riportano gli studiosi, gli oranghi possono creare una struttura vocale multistrato, seguendo uno schema non casuale. In effetti, sostengono gli autori, il ritmo dei richiami cambiava a seconda del predatore o della potenziale minaccia che incontravano. capacità di adattare i ritmi vocali ai diversi pericoli dimostra che gli oranghi non si limitano a produrre rumore, ma utilizzano una ricorsività vocale strutturata per trasmettere informazioni significative sul mondo esterno. “I nostri risultati – commenta De Gregorio – dimostrano che le radici di una delle caratteristiche più distintive del linguaggio umano, la ricorsività, potrebbe essere emersa nel nostro passato evolutivo in un momento più remoto di quanto si pensasse finora”. “Gli oranghi – conclude – possono aiutarci a capire come i semi della struttura del linguaggio potrebbero aver iniziato a crescere milioni di anni fa”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).