Roma – Negli Stati Uniti, circa un fumatore adulto su sette è associato a un qualche grado di disabilità. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Tobacco Control, condotto dagli scienziati dei Centers for Disease Control and Prevention, di Atlanta. Il team, guidato da Brian Armour e Jeanette Novakovich, ha analizzato i dati relativi a 150.220 persone del National Health Interview Survey (NHIS) tra il 2019 al 2023. I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi in base alle loro abitudini di fumo. L’analisi dei dati, riportano gli autori, indica che la prevalenza di disabilità o difficoltà funzionale è due volte più elevato tra chi fuma rispetto a chi non ha mai acceso una sigaretta. Nel complesso, il lavoro suggerisce che circa il 40 per cento dei 25 milioni di adulti che attualmente fumano sperimenta qualche livello di difficoltà funzionale. Nel 2019, il tabacco è stato il terzo fattore di rischio di disabilità negli Stati Uniti. Nell’ambito dell’indagine, gli studiosi hanno utilizzato il Washington Group–Short Set (WG-SS) per considerare la difficoltà funzionale in sei aree principali: vista, udito, mobilità, comunicazione, capacità cognitive e cura di sé. I partecipanti sono stati considerati disabili se hanno riportato serie difficoltà o se hanno riferito di non riuscire fare nulla in almeno una categoria. Secondo le stime degli autori, il 14 per cento dei fumatori ha segnalato una forma di disabilità, rispetto al 12,5 per cento tra chi aveva fumato in passato e il 7 per cento tra chi non aveva mai acceso una sigaretta. Le disabilità più comuni erano problemi di mobilità e difficoltà cognitive. Il rischio di disabilità era quindi significativamente più elevato tra i fumatori rispetto agli altri gruppi. La natura osservazionale del lavoro, precisano gli autori, non permette di trarre conclusioni definitive tra la causalità dei fattori. Allo stesso tempo, i dati si basavano su autodichiarazioni dei partecipanti. Nonostante questi limiti, sostengono gli scienziati, le iniziative e le campagne mirate a dissuadere dall’uso di sigarette potrebbero essere delineate in modo da tenere conto di questi risultati. “Ogni tipo di disabilità – commenta Armour – può presentare sfide e barriere uniche all’uso di interventi convenzionali per smettere di fumare, che possono essere affrontate se si tengono in considerazione fin dall’inizio le considerazioni relative alla progettazione universale”. “Sapere che più di un fumatore adulto vive con una disabilità – concludono gli scienziati – conoscerne il tipo e il grado di difficoltà funzionali può aiutare i funzionari della sanità pubblica a progettare interventi per ridurre il fumo che siano appropriati ed efficaci per le varie fasce di popolazione”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
USA, 1 fumatore su 7 affetto da disabilità
(30 Maggio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).