Roma – Sviluppata una tecnica innovativa per rimodellare la milza in un sito favorevole ai trapianti di isole pancreatiche negli animali, con l’obiettivo di migliorare il trattamento del diabete di tipo 1 nell’uomo. Lo rivela lo studio guidato da Mi Liu, dell’Università di Medicina di Wenzhou, di Nanchino e di Macao, riportato su Science Translational Medicine. Il gruppo di ricerca ha scelto la milza per le sue caratteristiche uniche: un microambiente tissutale lasso, un sistema di ventilazione naturale e un facile accesso chirurgico, che la rendono un sito ideale rispetto ad altri organi tradizionalmente utilizzati come il fegato o il midollo osseo. Utilizzando nanoparticelle di silice, i ricercatori hanno rimodellato la milza di topi diabetici, inducendo un microambiente immunosoppressivo attraverso l’interazione con macrofagi e fibroblasti. Questo ha permesso alle isole pancreatiche, sia di topo che di ratto, queste ultime più immunologicamente estranee, di attecchire efficacemente e di ripristinare livelli normali di glicemia per un periodo fino a 90 giorni. In esperimenti preliminari su macachi, il trapianto di isole pancreatiche umane nelle milze rimodellate, guidato da ecografia e con vari gradi di immunosoppressione, ha mantenuto il controllo glicemico per 28 giorni. Il lavoro di Liu e colleghi suggerisce che la milza, grazie al suo ambiente interno unico e alla facilità di accesso, possa rappresentare un sito di trapianto più sicuro e funzionale rispetto ai siti tradizionali, superando le difficoltà cliniche legate a rigetto e invasività chirurgica. L’approccio innovativo di rimodellamento biologico apre nuove prospettive per la terapia del diabete di tipo 1, offrendo un’alternativa promettente per migliorare la sopravvivenza e la funzionalità delle isole pancreatiche trapiantate.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Nuova tecnica rende la milza in un sito ideale per i trapianti di isole pancreatiche negli animali
(21 Maggio 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.