Lucrezia Parpaglioni

L’uso di sostanze altera la percezione della musica

(13 Maggio 2025)

Roma – I disturbi da uso di sostanze alterano il sistema di ricompensa dopaminergico, fondamentale per l’esperienza musicale e le funzioni cognitive correlate. Lo rivela uno studio condotto da Jan Stupacher, dell’Università di Aarhus, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca ha esaminato l’impatto dei disturbi da uso di sostanze sulla percezione della musica e sull’esperienza del groove, ovvero il desiderio piacevole di muoversi a ritmo musicale. Per lo studio, il gruppo di ricerca ha coinvolto 35 partecipanti in riabilitazione per uso prolungato di eroina e cocaina, confrontandoli con 23 soggetti di controllo. I ricercatori hanno evidenziato che, in particolare, gli individui con tali disturbi hanno valutato la musica caratterizzata da maggiore complessità ritmica e armonica come capace di suscitare un groove più intenso rispetto ai controlli. Questo modello differisce da quello osservato in altre condizioni con alterata funzione dopaminergica, come nel Parkinson o nell’anedonia musicale, suggerendo un effetto specifico e distinto dei disturbi da uso di sostanze sulla percezione musicale. I risultati supportano l’ipotesi che l’abuso di sostanze innalzi la soglia di intensità alla quale gli stimoli ambientali vengono percepiti come gratificanti, modificando così la percezione della musica. Gli autori sottolineano come queste evidenze possano guidare lo sviluppo di nuovi interventi terapeutici basati sulla musica per persone con disturbi da uso di sostanze.(30Science.com)

 

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.