Lucrezia Parpaglioni

Le strategie per ridurre l’uso del ciuccio o succhiarsi il pollice sono sfida per genitori

(19 Maggio 2025)

Roma – Il succhiarsi il pollice e l’uso del ciuccio sono comportamenti comuni nei neonati e nei bambini piccoli, utilizzati per calmarsi e facilitare il sonno; tuttavia, la gestione del momento e delle modalità per interrompere queste abitudini rappresenta una sfida per molti genitori. È quanto emerge dal sondaggio nazionale sulla salute dei bambini condotto dal CS Mott Children’s Hospital dell’Università del Michigan. L’obiettivo dello studio era quello di esplorare la prevalenza di queste abitudini, le percezioni dei genitori riguardo al loro uso e le strategie adottate per interromperle. Il sondaggio nazionale sulla salute dei bambini ha raccolto dati da un campione rappresentativo di genitori negli Stati Uniti, interrogandoli sull’uso attuale o passato del ciuccio e del succhiarsi il pollice nei loro figli, sulle situazioni in cui queste abitudini si manifestano e sulle strategie adottate per ridurle o eliminarle. Secondo i dati, circa il 50% dei genitori ha riferito che i propri figli hanno utilizzato un ciuccio, mentre un quarto ha dichiarato che il bambino si succhia il pollice o altre dita. Le abitudini erano più frequenti prima del sonno, durante i riposini o in situazioni di stress, ma in alcuni casi si estendevano anche ad altri momenti, come la visione di video. Il 18% dei bambini utilizzava il ciuccio quasi costantemente. I genitori hanno adottato diverse strategie per interrompere queste abitudini, come limitare l’uso del ciuccio all’ora di andare a letto, nasconderlo, toglierlo quando il bambino è distratto o praticare un foro nella tettarella per renderlo meno attraente. Per il succhiarsi il pollice, alcuni hanno offerto un peluche da tenere in mano o utilizzato deterrenti come salsa piccante, vaselina o guanti. Gli esperti sottolineano che il succhiarsi il pollice e l’uso del ciuccio sono riflessi naturali e comportamenti di auto-consolazione importanti nei neonati, con benefici documentati come la riduzione del rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante, SIDS. Tuttavia, un uso prolungato può avere effetti negativi sulla salute dentale e sullo sviluppo del linguaggio. Pertanto, si raccomanda di iniziare a ridurre queste abitudini già a partire dai sei mesi di età, adattando le strategie all’età e al temperamento del bambino. Gli esperti evidenziano la necessità di un approccio paziente e gentile da parte dei genitori, che dovrebbero aiutare i bambini a sviluppare nuove strategie di auto-consolazione, riconoscendo che la transizione può essere emotivamente impegnativa.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.