Roma – Gli esseri umani preferiscono impegnarsi di più nell’empatia con i gruppi piuttosto che con i singoli individui. Lo rivela uno studio guidato da Hajdi Moche, dell’Università di Linköping, in Svezia, pubblicato su Frontiers in Psychology. Lo studio ha indagato come varia la propensione all’empatia verso individui singoli rispetto a gruppi. I ricercatori hanno definito l’empatia come la capacità di comprendere, sentire e condividere il mondo altrui, pur mantenendo la consapevolezza che non è lo stesso del proprio. L’empatia può avere un prezzo, che si tratti di tempo, denaro o emozioni: provare il dolore altrui tende a essere doloroso. Gli scienziati volevano scoprire se le persone fossero più propense a scegliere di pagare questo prezzo quando interagivano con individui o gruppi. “Sebbene un esperimento in laboratorio non corrisponda direttamente alle scelte che una persona potrebbe fare nella vita reale, comprendere come le persone empatizzino in modo diverso con gruppi e individui potrebbe aiutarci a comprendere il ruolo dell’empatia nei disastri naturali o nelle guerre”, hanno spiegato gli scienziati. Per indagare su questo aspetto, i ricercatori hanno reclutato 296 partecipanti per un esperimento chiamato “Empathy Selection Task”, che invita i partecipanti a scegliere tra due mazzi di carte, uno dei quali chiederà loro di provare empatia e uno di rimanere obiettivi. La loro propensione a provare empatia viene valutata in base alla frequenza con cui scelgono il mazzo dell’empatia. I risultati mostrano che le persone sono più inclini a scegliere di provare empatia per i gruppi, con il 53% dei casi, rispetto ai singoli individui, con il 34%, nonostante trovino l’empatia difficile e angosciante in entrambi i casi. “La propensione delle persone a provare empatia varia a seconda di chi è il bersaglio: un singolo individuo o un gruppo di persone”, ha affermato Moche. “In particolare, le persone erano più disposte a provare empatia per un gruppo che per un singolo individuo, sebbene l’empatia sia stata valutata come più impegnativa e angosciante rispetto al rimanere obiettivi, sia per l’individuo che per il gruppo”, ha aggiunto Moche. Gli autori suggeriscono che la presenza di più persone in un gruppo offre maggiori informazioni contestuali, facilitando la decisione di empatizzare. Inoltre, i partecipanti si sono sentiti più efficaci nell’immedesimarsi nei gruppi, il che potrebbe aver aumentato la loro fiducia e la propensione a scegliere l’empatia. Questo studio contribuisce a chiarire come il contesto sociale e la quantità di informazioni influenzino la motivazione empatica, offrendo spunti utili per comprendere i meccanismi dell’empatia nei contesti di crisi collettive e disastri. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Le persone provano empatia più per i gruppi che per i singoli
(8 Maggio 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.