Roma – Cantare per i propri figli piccoli può favorire miglioramenti nell’umore dei bambini e dei caregiver. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Child Development, condotto dagli scienziati della Yale University, dell’Università di Amsterdam, dell’Università di Auckland, dell’Università McGill, della Donald and Barbara Zucker School of Medicine di Hofstra/Northwell e dell’Università di Princeton. Il team ha valutato l’utilizzo di un programma di intervento di arricchimento musicale volto a incoraggiare i genitori a cantare frequentemente ai propri figli. I ricercatori hanno considerato gli effetti di questa abitudine sulla salute dei bambini e dei caregiver. L’indagine ha considerato le informazioni di 110 genitori e bambini che avevano in media circa quattro mesi. I partecipanti sono stati divisi causalmente in due gruppi, a uno dei quali non son stati chiesti interventi particolari. Gli autori hanno confrontato i risultati del test condotto all’inizio del periodo di indagine e a distanza di sei settimane. Nel gruppo di intervento, i caregiver o completato un breve programma di arricchimento musicale tramite smartphone, che li ha aiutati a cantare spesso ai loro bambini. I partecipanti hanno completato sondaggi tramite smartphone da una a tre volte al giorno, riportando informazioni sull’umore del bambino e del genitore, sullo stress, sulla qualità del sonno e l’uso della musica. “I dati – riporta Samuel A. Mehr, della Auckland University – suggeriscono che l’intervento ha aumentato con successo la frequenza del canto diretto al bambino, soprattutto in contesti rilassanti, e ha portato a miglioramenti misurabili nell’umore generale dei bambini. Tra una dozzina di strategie di rilassamento, il canto è stato l’unico che ha mostrato un aumento significativo nell’uso dopo l’intervento. Da un punto di vista metodologico, un risultato particolarmente incoraggiante è stato l’elevato livello di adesione al protocollo di studio. Questo ci ha spinti a lavorare su un progetto longitudinale più a lungo termine attualmente in corso”. Come limiti principali, gli scienziati riconoscono la poca variabilità della coorte e il fatto che le informazioni non siano state raccolte in maniera oggettiva. Nonostante ciò, gli esperti evidenziano l’importanza di questo lavoro per promuovere un clima sereno all’interno dei nuclei familiari. “I nostri risultati – conclude Eun Cho dell’Università di Yale – mostrano che cantare ai propri bambini può avere un impatto positivo e causale sull’umore del bambino. Il canto è un’abitudine universale, è semplice, non richiede attrezzature o formazione speciali ed è accessibile a tutti. Raccomandare questa pratica è una strategia semplice ed efficace per supportare il benessere dei bambini”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Il canto è un toccasana per la salute dei neonati
(28 Maggio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).