Lucrezia Parpaglioni

Farmaci per l’HIV offrono protezione contro l’Alzheimer

(9 Maggio 2025)

Roma – Alcuni farmaci comunemente utilizzati contro l’HIV, noti come NRTI, inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa, offrono una protezione significativa contro lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Lo rivela un nuovo studio condotto dal gruppo di ricerca guidato dal Jayakrishna Ambati, presso il sistema sanitario dell’Università della Virginia, UVA Health, pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association. I ricercatori sottolineano che questi risultati potrebbero tradursi nella prevenzione di circa 1 milione di nuovi casi di Alzheimer ogni anno a livello globale. Gli NRTI sono farmaci che inibiscono la replicazione del virus HIV, ma studi precedenti del gruppo di Ambati avevano già suggerito che questi farmaci possono anche impedire l’attivazione degli inflammasomi, complessi proteici del sistema immunitario coinvolti nello sviluppo dell’Alzheimer. Da qui, l’ipotesi che i pazienti in terapia con NRTI possano avere un rischio ridotto di sviluppare la malattia. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno analizzato due dei più grandi database sanitari degli Stati Uniti: il database della Veterans Health Administration, 24 anni di dati, prevalentemente uomini; il database MarketScan, 14 anni di dati, popolazione assicurata commercialmente e più rappresentativa. Sono stati inclusi nello studio oltre 270.000 pazienti di almeno 50 anni che assumevano NRTI per HIV o epatite B, escludendo chi aveva già una diagnosi di Alzheimer. L’analisi ha corretto i risultati per variabili confondenti, come la presenza di altre patologie preesistenti. I dati hanno mostrato che il rischio di sviluppare l’Alzheimer diminuiva in modo significativo e proporzionale agli anni di assunzione degli NRTI: nel database Veterans Health Administration: riduzione del rischio del 6% per ogni anno di trattamento; nel database MarketScan: riduzione del rischio del 13% per ogni anno di trattamento. Questa riduzione non è stata osservata nei pazienti che assumevano altri tipi di farmaci anti-HIV, suggerendo un effetto specifico degli NRTI. Secondo Ambati, questi risultati sono particolarmente rilevanti considerando che ogni anno oltre 10 milioni di persone sviluppano la malattia di Alzheimer nel mondo. Se confermati da studi clinici, gli NRTI potrebbero prevenire circa 1 milione di nuovi casi all’anno. Il gruppo di ricerca ha inoltre sviluppato una nuova molecola, denominata K9, che blocca gli inflammasomi in modo più sicuro ed efficace rispetto agli NRTI tradizionali e che sarà testata specificamente per l’Alzheimer. Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di strategie preventive contro l’Alzheimer, sottolineando la necessità di avviare sperimentazioni cliniche per valutare l’efficacia degli NRTI, e in particolare della nuova molecola K9, nella prevenzione della malattia. Gli autori evidenziano che, in un contesto di rapido aumento dei casi di Alzheimer e dei relativi costi sanitari, questi risultati aprono nuove prospettive per la salute pubblica. “I nostri risultati suggeriscono che l’assunzione di questi farmaci potrebbe prevenire circa 1 milione di nuovi casi di morbo di Alzheimer ogni anno, ha detto Ambati.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.