Roma – Le molecole nel sangue e nelle urine potrebbero rivelare la quantità di cibi ultra-processati ingeriti. Lo dimostra uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, condotto dagli scienziati del National Cancer Institute statunitense. Il team, guidato da Erikka Loftfield, ha analizzato i campioni di sangue e urina di 718 anziani. I dati raccolti sono stati combinati con richiami alimentari dettagliati, allo scopo di identificare impronte chimiche, chiamate punteggi di polimetaboliti, collegate all’assunzione di alimenti ultra-processati, o UPF. Stando a quanto emerge dall’indagine, i gruppi di metaboliti rilevati nei campioni corrispondono in modo affidabile alla quantità di energia proveniente da alimenti ultra-processati consumati. Questi cibi, spiegano gli esperti, rappresentano oltre la metà delle calorie assunte mediamente negli Stati Uniti, ma il loro impatto sulla salute umana resta poco chiaro. In questo lavoro, i ricercatori hanno scoperto centinaia di metaboliti associati alla percentuale di energia assunta tramite UPF. Nello specifico, gli autori hanno creato un punteggio specifico utilizzando 28 metaboliti ematici e 33 dalle urine. Tale indice è risultato predittivo dell’assunzione di UPF, valutata attraverso report alimentari compilati dai partecipanti. I valori sono stati poi convalidati in uno studio alimentare controllato su 20 pazienti ricoverati presso il NIH Clinical Center. I punteggi differivano significativamente in base alla tipologia di abitudini alimentari. “Questi indici – sostengono gli autori – potrebbero fungere da misure oggettive dell’assunzione di UPF in ampi studi di popolazione. I punteggi di polimetaboliti dovrebbero essere valutati e migliorati iterativamente in popolazioni con diete diversificate e un’ampia gamma di assunzioni di cibi ultra-processati”. “Allo stesso tempo – concludono gli scienziati – i nostri risultati potrebbero fornire nuove informazioni sul ruolo di questi alimenti e su come influenzino la salute umana”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Dalle urine si può capire se mangiamo cibo spazzatura
(21 Maggio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).