Roma – Sviluppare nuovi farmaci antiparassitari da applicare alle zanzariere in sostituzione degli attuali insetticidi potrebbe contribuire a ridurre la trasmissione della malaria. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati della Harvard T. H. Chan School of Public Health. Il team, guidato da Alexandra Probst, ha identificato le parti più essenziali dei geni del parassita in cui intervenire con i parassitari. La malaria, spiegano gli esperti, provoca oltre mezzo milione di decessi all’anno a livello globale. Sebbene le zanzariere trattate con insetticidi abbiano ampiamente ridotto i casi, la loro efficacia è compromessa dalla diffusa resistenza agli insetticidi. La letteratura scientifica suggerisce che colpire il parassita Plasmodium falciparum nelle zanzare, responsabile del 90 per cento delle infezioni umane, potrebbe mitigare il rischio di trasmissione. Nel nuovo lavoro, i ricercatori hanno valutato un’ampia libreria di composti antimalarici, alcuni dei quali potenzialmente in fase di sviluppo per uso umano. Gli scienziati hanno quindi testato 22 sostanze tra le più efficaci nell’inibire lo sviluppo del parassita. I risultati preliminari hanno mostrato che il composto più promettente poteva eliminare il 100 per cento dei parassiti presenti nelle zanzare entro sei minuti dal contatto con un materiale simile a una zanzariera impregnato con il prodotto. Gli studiosi specificano che saranno necessari ulteriori approfondimenti su altri composti che non condividano gli obiettivi degli antimalarici clinicamente utilizzati. Inoltre, le zanzariere trattate con antimalarici dovrebbero essere testate in combinazione con quelle trattate con insetticidi attualmente in uso. Questo approccio combinato, concludono gli autori, potrebbe ridurre i casi di malaria umana, soprattutto a fronte della resistenza agli insetticidi.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Allo studio un nuovo antimalarico efficace contro i parassiti
(22 Maggio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).