Roma – Durante la sessione plenaria del GEO Global Forum 2025, appuntamento internazionale dedicato alle tecnologie geospaziali e all’osservazione della Terra, promosso dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione con il Group on Earth Observations, GEO, ospitata a Roma presso l’Auditorium della Tecnica, sono stati presentati il Piano di attuazione della Strategia GEO post-2025 (2026-2030) e il Programma di lavoro GEO 2025. In vista dell’adozione formale da parte della plenaria internazionale, ministri e rappresentanti di tutto il mondo si sono riuniti per confrontarsi su come rendere operativa l’Earth Intelligence a supporto delle strategie One Health, riconoscendo l’interdipendenza tra salute umana, animale ed ecosistemi, e il ruolo centrale della natura e della biodiversità. Uno dei momenti centrali della mattinata è stata la sessione dedicata alle capacità italiane nell’osservazione della Terra. Esperti e rappresentanti delle istituzioni hanno illustrato i significativi investimenti pubblici in nuove missioni satellitari e prodotti geospaziali, sottolineando il ruolo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie user-driven nello sviluppo di soluzioni innovative. L’obiettivo dichiarato: rafforzare il contributo italiano alla Strategia GEO post-2025 e sostenere interventi concreti contro cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento. La discussione ha valorizzato l’integrazione delle conoscenze straniere e locali con i dati scientifici, per decisioni più efficaci e inclusive in materia di salute e ambiente. L’evento è stato anche occasione per presentare le attività del centro ASI “Giuseppe Broglio” di Malindi, in Kenya, a supporto del “Piano Mattei”, il nuovo quadro di cooperazione tra Italia e Paesi africani. Questo focus ha evidenziato la dimensione internazionale e la volontà di costruire partnership solide per affrontare le sfide ambientali su scala globale. La plenaria ha visto una tavola rotonda, in cui i partecipanti hanno condiviso prospettive su come la cooperazione globale e l’innovazione possano favorire l’integrazione dei dati tra settori diversi, promuovendo soluzioni sanitarie più olistiche ed eque. I ministri sono stati invitati a prendere impegni politici e finanziari concreti a sostegno del Piano di attuazione della Strategia GEO post-2025, riaffermando l’impegno verso la salute del pianeta, la resilienza degli ecosistemi e una politica informata dalla scienza. Un focus particolare è stato dedicato al ruolo strategico dell’Earth Intelligence per rafforzare la riduzione del rischio di disastri, sostenendo l’attuazione del Quadro di Sendai e dell’iniziativa Early Warnings for All. La plenaria ha rappresentato un momento cruciale per consolidare la cooperazione internazionale e delineare una mappa condivisa verso un futuro più resiliente e sostenibile, celebrando anche i vent’anni di collaborazione e innovazione del GEO. Il GEO Global Forum 2025 si è, dunque, confermato come un laboratorio di idee e soluzioni, in cui la condivisione di conoscenze e la collaborazione internazionale sono state al centro del dibattito. L’obiettivo comune emerso dai lavori è quello di rendere l’“Earth Intelligence” accessibile a tutti, promuovendo una transizione verso un futuro più sostenibile, resiliente e a zero emissioni.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Presentato il piano di attuazione della Strategia GEO Post-2025
(7 Maggio 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.