Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Nuova tecnologia permette di sequestrare milioni di tonnellate di carbonio dalle acque reflue

(2 Maggio 2025)

Roma – Trattare le acque reflue con minerali alcalini prima di scaricarle nell’oceano – un processo noto come miglioramento dell’alcalinità oceanica (OAE) – potrebbe permettere di sequestrare circa 18 teragrammi (18 milioni di tonnellate) di anidride carbonica all’anno a livello globale. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università di Shandong e pubblicato su Science Advances. I risultati degli autori mostrano che una volta scalato, l’approccio potrebbe contribuire a ridurre la sovrasaturazione di carbonio negli oceani e, di conseguenza, l’acidificazione. L’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Cina – secondo i ricercatori – “dovrebbero dare un contributo importante sia al trattamento delle acque reflue che alla mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso l’implementazione di OAE basati sulle acque reflue in futuro”. Gli autori propongono che questi paesi possano adattare le loro pratiche di scarico per incorporare l’OAE. L’acidificazione degli oceani causata dal riscaldamento globale, dovuta al maggiore assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera, mette a repentaglio gli ambienti e le industrie marine. In teoria, l’OAE amplierebbe la capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica degli oceani con minori effetti negativi. Gli studiosi hanno quantificato l’efficacia dell’OAE nel trattamento delle acque reflue in laboratorio, trattando aerobicamente acque reflue urbane artificiali con olivina e fanghi attivi. L’alcalinità totale delle acque reflue è aumentata fino a oltre 10 millimoli per chilogrammo, un tasso 20,5 volte superiore a quello che si potrebbe ottenere se le navi distribuissero direttamente minerali alcalini nell’acqua di mare.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla