Roma – La Fondazione Rockefeller punta a sottoscrivere 60 progetti entro il 2030 per l’eliminazione graduale dell’energia a carbone nei paesi in via di sviluppo. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, per raggiungere gli obiettivi climatici globali sarà necessario dismettere circa 2.000 centrali elettriche a carbone da qui al 2040, ma solo il 15 per cento di esse rientra già in impegni di dismissione. L’iniziativa Coal to Clean Credits (CCCI) della Fondazione Rockefeller è uno dei numerosi progetti in fase di sviluppo, che mirano a utilizzare la finanza delle quote di carbonio per contribuire a chiudere gli impianti a carbone prima del previsto e sostituirli con impianti a energia rinnovabile. Joseph Curtin, che dirige il programma “coal to clean ” della Fondazione Rockefeller ha affermato: “L’obiettivo di 60 progetti entro il 2030 è il nostro obiettivo generale, la nostra ambizione”. Martedì a Singapore, l’organizzazione per gli standard del carbonio Verra ha lanciato la metodologia CCCI per determinare quali progetti sono ammissibili e come verranno calcolate le riduzioni delle emissioni derivanti dalle chiusure anticipate degli impianti a carbone, consentendo loro di generare crediti di carbonio. Il primo progetto ad utilizzare questa metodologia sarà l’impianto della South Luzon Thermal Energy Corporation (SLTEC) nelle Filippine; si prevede che la transazione verrà completata l’anno prossimo. Curtin ha affermato che il suo team ha individuato circa 1.000 centrali a carbone nei paesi in via di sviluppo che sarebbero idonee per essere dismesse e generare crediti di carbonio. Citando una ricerca commissionata dalla fondazione, ha affermato che l’obiettivo dei 60 progetti potrebbe attrarre 110 miliardi di dollari di investimenti pubblici e privati entro il 2030. Il pensionamento anticipato di SLTEC è sostenuto dalla società energetica filippina ACEN insieme al gruppo di investimenti di Singapore GenZero, il conglomerato infrastrutturale Keppel, Mitsubishi del Giappone, e la sua controllata Diamond Generating Asia. I ricavi derivanti dai crediti di carbonio saranno utilizzati per coprire i flussi di cassa persi a causa delle chiusure, per contribuire a pagare l’immagazzinamento energetico necessario a supportare le energie rinnovabili e per proteggere gli interessi dei lavoratori e delle comunità locali, ha affermato Eric Francia, amministratore delegato di ACEN. La CCCI ha condotto sette cicli di consultazioni sulla sua metodologia, in parte per fugare le preoccupazioni dei gruppi ambientalisti, i quali sostengono che la finanza del carbonio non dovrebbe essere utilizzata per salvare i proprietari di asset carboniferi.(30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Fondazione Rockefeller punta a spegnere 60 centrali a carbone entro il 2030
(7 Maggio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla