Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Aziende lattiero-casearie hanno “chiuso un occhio” sulle emissioni di metano

(15 Maggio 2025)

Roma – Le grandi aziende lattiero-casearie hanno “chiuso un occhio” sulle emissioni di metano, dannose per il clima, derivanti dal loro settore. E’ quanto risulta da un nuovo rapporto di Changing Markets. L’agricoltura animale è responsabile del 32 per cento delle emissioni globali di metano, un gas serra circa 80 volte più potente dell’anidride carbonica in un periodo di 20 anni, e l’allevamento di bovini per la produzione di latte e carne ne è un fattore chiave. Il rapporto ha valutato 20 grandi aziende del settore con ricavi complessivi superiori a 420 miliardi di dollari, quasi la metà del valore stimato dell’industria lattiero-casearia mondiale, e ha rilevato che la maggior parte di esse non ha chiari obiettivi di riduzione del metano, piani d’azione credibili o addirittura una trasparenza di base sulle emissioni. L’azienda alimentare Danone si è classificata al primo posto in una classifica stilata dai ricercatori, essendo l’unica azienda ad avere un obiettivo specifico per il metano. L’azienda statunitense General Mills si è classificata al secondo posto, avendo pubblicato un obiettivo climatico ma non uno specifico per il metano. Nestlé e Arla si sono classificate al terzo posto, con Nestlé l’unica azienda ad aver sostenuto esplicitamente la riduzione del consumo di latticini. Tra le aziende valutate, solo Nestlé e Danone hanno dichiarato di aver effettivamente ridotto le emissioni, nonostante tutte, tranne due, abbiano affermato che il metano e l’allevamento rappresentano una minaccia per il clima. “La produzione lattiero-casearia è una rara leva per controllare le emissioni di metano, ma è una di quelle che le aziende chiaramente non vogliono toccare”, ha affermato Nusa Urbancic, amministratrice delegata di Changing Markets , che ha condotto la ricerca. “La quasi totale assenza di obiettivi specifici sul metano e di piani d’azione credibili invia un segnale chiaro: le aziende stanno chiudendo un occhio sulle emissioni di uno dei fattori più potenti e risolvibili del riscaldamento globale”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla