Valentina Di Paola

Tumori: test genetico rileva rischio di recidiva melanoma

(16 Aprile 2025)

Roma – Sviluppare un nuovo test genetico per il melanoma che permetta di rilevare i primi segnali di recidiva del cancro nei pazienti, attraverso un semplice prelievo di sangue. A questo obiettivo è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology, condotto dagli scienziati della New York University Langone Health e del Perlmutter Cancer Center. Il team, guidato da Mahrukh Syeda, ha coinvolto quasi 600 uomini e donne che avevano partecipato a un precedente studio clinico sul melanoma di stadio III. Il gruppo di ricerca ha utilizzato campioni di sangue e confrontato le misurazioni del ctDNA con l’evidenza clinica di recidiva del cancro. Gli scienziati hanno dimostrato che il monitoraggio dei livelli ematici dei frammenti di DNA rilasciati dalle cellule tumorali morenti può prevedere con precisione la recidiva del cancro della pelle. Secondo gli autori, circa l’80 per cento dei pazienti con melanoma allo stadio III che presentavano livelli rilevabili di DNA tumorale circolante (ctDNA) prima dell’inizio del trattamento tendevano a manifestare recidive. In queste persone, inoltre, la malattia si ripresentava oltre quattro volte più rapidamente rispetto a chi non mostrava livelli rilevabili del biomarcatore. “I nostri risultati – afferma Syeda – suggeriscono che i test del DNA tumorale circolante potrebbero aiutare gli oncologi a identificare quali pazienti affetti da melanoma hanno maggiori probabilità di rispondere bene alla terapia. In futuro, tali valutazioni potrebbero essere utilizzate di routine in clinica per orientare le decisioni terapeutiche”. Nel melanoma allo stadio III, tra le forme più aggressive di cancro della pelle, riportano gli autori, le cellule tumorali si diffondevano dalla pelle ai linfonodi adiacenti. Dopo l’asportazione chirurgica, la recidiva può essere difficile da individuare con i comuni metodi di imaging come radiografie e TAC. Il riscontro tempestivo da un’analisi del ctDNA potrebbe però migliorare notevolmente l’esito per i pazienti. Il metodo sviluppato dagli scienziati si concentra sulle mutazioni più comuni nel codice genetico delle cellule di melanoma. Il DNA mutato si diffonde nel sangue circostante quando le cellule si degradano. “A differenza delle analisi standard delle cellule tumorali basate sui tessuti – afferma David Polsky, altra firma dell’articolo – che possono solo suggerire la probabilità di recidiva, i test del DNA tumorale circolante forniscono una misura chiara e diretta della malattia stessa e possono dirci con certezza che il melanoma è ritornato. Questi indicatori possono anche ricostruire un quadro preciso della situazione oncologica”. Nei prossimi step, gli esperti sperano di migliorare la sensibilità del test e di verificare, in ambito clinico, se l’utilizzo del biomarcatore per prendere decisioni terapeutiche possa effettivamente migliorare le probabilità di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).