Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sviluppato nuovo materiale a base di funghi che si ripara da solo

(16 Aprile 2025)

Roma – Un team di ricercatori ha sviluppato un materiale a base di funghi che è in grado di autoripararsi e potrebbe in futuro offrire un’alternativa sostenibile ai materiali da costruzione ad alte emissioni come il calcestruzzo. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Montana State University e pubblicato su Cell Reports Physical Science. Il team di studiosi, guidato dal primo autore Ethan Viles ha utilizzato il micelio fungino come struttura portante per il proprio materiale biomineralizzato ispirandosi al fatto che il micelio era stato precedentemente utilizzato come struttura portante per materiali da imballaggio e isolanti. I ricercatori hanno lavorato con la specie fungina Neurospora crassa e hanno scoperto che poteva essere utilizzata per creare materiali con una varietà di architetture complesse. A questa struttura sono stati aggiunti batteri viventi le cui cellule sono in grado di svolgere diverse funzioni utili, tra cui l’auto-riparazione in caso di danneggiamento e la pulizia della contaminazione. “I materiali biomineralizzati non hanno una resistenza sufficientemente elevata per sostituire il calcestruzzo in tutte le applicazioni, ma noi e altri stiamo lavorando per migliorarne le proprietà in modo che possano trovare un maggiore utilizzo”, ha affermato l’autrice corrispondente Chelsea Heveran, professoressa presso la Montana State University. “Abbiamo scoperto che gli scaffold fungini sono molto utili per controllare l’architettura interna del materiale Abbiamo creato geometrie interne che assomigliavano all’osso corticale, ma andando avanti, potremmo potenzialmente costruire anche altre geometrie.” I ricercatori sperano che i loro nuovi biomateriali possano contribuire a sostituire materiali da costruzione ad alto impatto di carbonio come il cemento, che contribuisce fino all’8 per cento di tutte le emissioni di anidride carbonica prodotte dalle attività umane. Come passo successivo, intendono ottimizzare ulteriormente i materiali, inducendo le cellule a vivere più a lungo e scoprendo come produrle in modo efficiente su larga scala.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla