Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Grazie a una nuova tecnica dimezzato il rischio cancro legato agli incendi programmati

(18 Aprile 2025)

Roma – Grazie a una nuova serie di specifiche indicazioni, sarà possibile dimezzare il rischio cancro legato agli incendi programmati, che vengo utilizzati per ridurre la massa combustibile nelle foreste e in tal modo il pericolo di incendi incontrollati. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dalla Stanford University e pubblicato su Atmospheric Pollution Research. Gli autori hanno scoperto che seguire le loro nuove indicazioni permette di ridurre le emissioni di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) derivanti dagli incendi programmati di fino al 77 per cento e il rischio di cancro associato alle emissioni del 50 per cento. Questi risultati si ottengono dalla messa a punto di tre condizioni. La prima condizione riguarda il contenuto di umidità del combustibile. Hanno scoperto che il legno dovrebbe avere un contenuto di umidità del 20-30 per cento: se troppo secco, brucia troppo velocemente, producendo più fumo, ma se troppo umido, brucia senza fiamma, emettendo alti livelli di IPA. In secondo luogo, l’intensità termica del fuoco deve essere compresa tra 60 e 70 kW/m². Diversi livelli di carico termico promuovono diverse reazioni chimiche, che alla fine formano IPA: regolare il calore significa trovare il “punto ideale” in cui si forma meno IPA. Infine, gli incendi devono bruciare con livelli di ossigeno del 5-15 per cento. Una quantità insufficiente di ossigeno può causare una combustione inefficiente, con conseguente produzione di troppo fumo, mentre un eccesso di ossigeno può far bruciare un incendio in modo incontrollato. Questi tre parametri di combustione possono effettivamente rendere le combustioni controllate più sicure e pulite per l’ambiente e per le comunità che vivono in prossimità di regioni soggette a incendi.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla