Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sostenibilità: esperti, per salvare natura la scienza deve imparare a raccontarsi

(3 Aprile 2025)

Roma – La scienza deve sperimentare nuovi modi per raccontare quello che fa e i risultati che ottiene, se vuole dare un nuovo impulso alla lotta in difesa dell’ambiente. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università di Exeter e pubblicato su People and Nature. “Come scienziati ambientali, proviamo frustrazione, un senso di smarrimento, paura e talvolta impotenza per la mancanza di azioni volte a proteggere il pianeta”, ha affermato la professoressa Karen Anderson dell’Environment and Sustainability Institute presso l’Università di Exeter “Ma ci si aspetta che i ricercatori siano razionali, non emotivi, per paura di essere visti come meno obiettivi e affidabili. Ciò impedisce agli scienziati di utilizzare le proprie conoscenze, la propria passione e le proprie capacità creative per comunicare appieno il proprio lavoro”. Nella ricerca gli autori propongono diverse modalità per comunicare i risultati della scienza ambientale che possono risultare attraenti per i cosiddetti “scimpanzé narratori”, come ci ha descritto l’autore Sir Terry Pratchett. Questi metodi includono l’adozione dell'”arte della narrazione”, con piattaforme di pubblicazione destinate ai non addetti, accanto alla scrittura scientifica tradizionale. Sostengono inoltre che gli scienziati dovrebbero condividere il lato “nascosto” del loro lavoro, come vengono fatte le cose dietro le quinte (come nei documentari sulla natura). E incoraggiano gli scienziati anche a provare nuovi modi per umanizzare la scienza come ad esempio redigendo biografie degli scienziati stessi che vadano oltre i CV fattuali, consentendo agli autori di condividere storie personali, motivazioni e connessioni con i loro soggetti di studio. “Gli esseri umani – concludono gli autori – sono ispirati dalle storie. Raccontando storie migliori, gli scienziati possono contribuire a ispirare azioni significative per proteggere noi stessi, il nostro ambiente e il pianeta” (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla