Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Con l’elettrificazione delle ferrovie l’esposizione al nero di carbone crolla dell’89%

(17 Aprile 2025)

Roma – Il passaggio dai treni diesel a quelli elettrici può ridurre l’esposizione dei passeggeri al carbonio nero (o nero di carbone), un agente altamente cancerogeno, dell’89 per cento. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della California – Berkeley e pubblicato su Environmental Science and Technology Letters. Gli autori si sono concentrati sulla linea ferroviaria suburbana Caltrain della Bay Area di San Francisco, scoprendo inoltre che l’elettrificazione del sistema ha ridotto significativamente le concentrazioni ambientali di carbonio nero all’interno e nei dintorni della stazione di San Francisco. “La transizione dai treni diesel a quelli elettrici è avvenuta in poche settimane, eppure abbiamo assistito allo stesso calo delle concentrazioni di carbonio nero nelle stazioni, ottenuto dalle città californiane in 30 anni di normative sull’aria pulita”, ha affermato Joshua Apte, autore senior dello studio e professore di ingegneria ambientale e salute ambientale presso l’Università della California, Berkeley. “Questo rafforza ulteriormente la necessità di elettrificare i numerosi altri sistemi ferroviari negli Stati Uniti che utilizzano ancora vecchie locomotive diesel, scarsamente regolamentate”. Caltrain gestisce il sistema ferroviario suburbano più trafficato degli Stati Uniti occidentali, trasportando milioni di passeggeri all’anno lungo la sua tratta di 77 miglia (circa 123 chilometri) tra San Francisco e San Jose. Nel corso di sei settimane, tra agosto e settembre 2024, il sistema ha dismesso tutte le sue 29 locomotive diesel, sostituendole con 23 nuovi treni elettrici. Il debutto dei nuovi treni ha rappresentato il culmine di un progetto di modernizzazione e decarbonizzazione da 2,44 miliardi di dollari, avviato per la prima volta nel 2017. Apte, esperto nel monitoraggio della qualità dell’aria , è stato ispirato ad avviare il nuovo studio dopo aver visitato una stazione Caltrain “Sono rimasto sbalordito da quanto la stazione puzzasse di fumo di diesel e da quanto fosse rumorosa a causa del frastuono delle locomotive diesel che giravano al minimo sui binari, riversando fumo nella comunità”, ha detto Apte. “Mi si è accesa una lampadina: ho capito che tutto questo sarebbe scomparso nel giro di poche settimane.” Dopo essersi assicurati il supporto di Caltrain, Apte e l’autore principale dello studio, Samuel Cliff, si sono mobilitati rapidamente, installando rilevatori di carbonio nero nelle stazioni Caltrain e portando a bordo dei treni rilevatori portatili della qualità dell’aria. Per quattro settimane, hanno monitorato i rapidi miglioramenti della qualità dell’aria dovuti alla sostituzione delle vecchie locomotive diesel con nuovi treni elettrici. “Molte di queste transizioni avvengono molto lentamente. Questa è avvenuta in un batter d’occhio”, ha detto Apte. “Abbiamo avuto l’opportunità unica di cogliere i benefici collaterali per la salute pubblica”. Secondo i calcoli di Apte e Cliff, la riduzione dell’esposizione al carbonio nero ottenuta grazie all’elettrificazione di Caltrain ha ridotto i decessi per cancro di 51 ogni milione di persone tra i passeggeri e di 330 ogni milione di persone tra i macchinisti. A titolo di riferimento, l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti ha una politica secondo cui qualsiasi esposizione che aumenti il rischio medio di cancro di oltre uno ogni milione è considerata inaccettabile. La maggior parte dei treni pendolari statunitensi è ancora alimentata a gasolio, nonostante i treni elettrici siano più silenziosi, più affidabili e producano meno gas serra rispetto alle locomotive diesel. Apte spera che lo studio spinga più comuni statunitensi a seguire l’esempio dei paesi asiatici ed europei nell’elettrificazione delle loro ferrovie. “Dobbiamo trovare un modo per farlo il più rapidamente possibile, ovunque”, ha detto Apte. “La California ha piani a lungo termine per elettrificare la maggior parte dei suoi sistemi ferroviari, ma questo dimostra che non dovremmo aspettare altri 25 anni per farlo. Dovremmo accelerare i tempi”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla