Roma – Un nuovo metodo, basato sull’utilizzo di su sonde di DNA specifiche, ha consentito un’analisi precisa ed efficiente sulla distribuzione delle specie, superando le limitazioni delle tradizionali tecniche dirette. A sviluppare la tecnica, descritta su Marine Environmental Research, basata sul metabarcoding del DNA ambientale per rilevare e studiare la biodiversità dei cefalopodi, come calamari e polpi, nelle profondità marine, è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Kobe. I cefalopodi svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi marini, contribuendo alla distribuzione di energia e nutrienti nella rete alimentare. Tuttavia, il loro habitat in profondità rende difficile l’accesso diretto agli studi ecologici. “Le profondità marine ospitano molti organismi sconosciuti la cui ecologia rimane in gran parte inesplorata”, ha detto WU Qianqian, ecologo marino dell’Università di Kobe. La tecnica di metabarcoding del DNA ambientale utilizza primer progettati per rilevare frammenti di DNA specifici rilasciati nell’ambiente. La squadra di ricerca ha collaborato con JAMSTEC per raccogliere campioni d’acqua fino a 2.000 metri di profondità. I primer sviluppati sono stati testati su campioni simulati e reali, dimostrando la capacità di identificare specie precedentemente non rilevate. La tecnica ha permesso di rilevare specie di cefalopodi mai documentate nelle acque intorno al Giappone. L’uso di frammenti di DNA più lunghi ha garantito una maggiore accuratezza nella rappresentazione della distribuzione delle specie. Il DNA dei polpi è stato rilevato solo nei campioni provenienti dalle profondità marine più profonde, confermando il loro stile di vita solitario e nascosto. Wu sottolinea che la tecnica apre nuove possibilità per la ricerca sui cefalopodi e rappresenta una base per la conservazione della vita marina. Tuttavia, sono necessarie ulteriori revisioni nei database del DNA e strategie di campionamento che tengano conto della storia biologica delle specie. La tecnica rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca ecologica marina, offrendo uno strumento non invasivo per esplorare la biodiversità degli organismi marini difficili da studiare direttamente. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Nuove sonde di DNA per l’indagine marina sui cefalopodi
(14 Aprile 2025)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.