Valentina Di Paola

La relazione con l’IA pone problemi etici

(11 Aprile 2025)

Roma – Il rapporto con le intelligenze artificiali può essere complesso e articolato, tanto da porre interessanti questioni etiche e morali. Ad affrontare questo curioso argomento uno studio, pubblicato sulla rivista Trends in Cognitive Sciences, condotto dagli scienziati della Missouri University of Science & Technology. Il team, guidato da Daniel B. Shank, ha preso in considerazione alcuni degli aspetti associati alle relazioni uomo-intelligenza artificiale, per approfondire le questioni di natura etica che ne scaturiscono. Per l’umanità, spiegano gli esperti, sta diventando sempre più comune sviluppare relazioni intime e durature con le tecnologie di intelligenza artificiale. Ad esempio, alcune persone si sono sposate con l’IA attraverso unioni e cerimonie non legalmente vincolanti, e almeno due individui si sono tolti la vita seguendo i consigli di una chatbot. “La capacità dell’intelligenza artificiale – afferma Shank – di comportarsi come un essere umano e di avviare comunicazioni a lungo termine solleva notevoli questioni dal punto di vista etico. Instaurare relazioni con la tecnologia richiede il coinvolgimento di psicologi e scienziati sociali. La compagnia di un’IA, che si sviluppa attraverso settimane e mesi di intense conversazioni, può suscitare l’idea di un partner fidato che ci conosce e si prende cura di noi”. Dato che questi rapporti possono sembrare più facili rispetto all’interazione umana, è ragionevole paventare che le nuove tecnologie interferiscano con le dinamiche sociali umane. “Non è chiaro se questo fenomeno sarà generalizzato – osserva Shank – e c’è anche il timore che le IA possano offrire consigli dannosi. Con le intelligenze artificiali relazionali, si instaura un meccanismo per cui l’utente pensa di potersi fidare, e che abbia a cuore i nostri interessi, quando in realtà queste tecnologie si basano sull’elaborazione e la presentazione di informazioni. I suicidi sono un esempio estremo di questa influenza negativa, ma in piccolo potremmo osservare casi di manipolazione, sfruttamento e frode. I malintenzionati potrebbero trarre notevoli vantaggi dalla relazione di fiducia che le persone instaurano con l’IA”. Allo stesso tempo, gli autori spiegano che se le persone rivelano dati personali sensibili alle intelligenze artificiali, le informazioni potrebbero essere vendute e utilizzate a scapito dell’utente. Le IA relazionali, sostengono gli esperti, potrebbero essere utilizzate in modo più efficace per influenzare le opinioni e le azioni delle persone rispetto a quanto fanno attualmente i Twitterbot o le fonti di notizie polarizzate. Tuttavia, poiché queste conversazioni avvengono in privato, sarebbero anche molto più difficili da regolamentare. “Le IA – sottolinea Shank – sono progettate per essere gradevoli, il che potrebbe portare a situazioni esacerbate perché sono più concentrate su una buona conversazione che su qualsiasi tipo di verità. Quindi, se una persona tira in ballo il suicidio o una teoria del complotto, l’IA ne parlerà come un interlocutore disponibile”. “Saranno necessari ulteriori approfondimenti – conclude Shank – per valutare i fattori sociali, psicologici e tecnici che rendono le persone più vulnerabili all’influenza della relazione tra uomo e intelligenza artificiale. Comprendere queste dinamiche può aiutarci a intervenire nelle situazioni potenzialmente problematiche”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).