Lucrezia Parpaglioni

L’abuso di alcol compromette a lungo termine la cognizione

(3 Aprile 2025)

Roma – L’abuso cronico di alcol provoca danni duraturi ai circuiti cerebrali fondamentali per il processo decisionale. Lo rivela uno studio condotto su modelli murini da un gruppo di scienziati della Johns Hopkins University, riportato su Science Advances. I ratti sottoposti a elevati livelli di consumo di alcol hanno mostrato difficoltà significative nel prendere decisioni strategiche anche dopo mesi di astinenza. I risultati evidenziano cambiamenti funzionali nello striato dorsomediale, una regione chiave del cervello, fornendo nuove spiegazioni sugli effetti a lungo termine dell’alcol sulla cognizione. Il disturbo da uso di alcol è noto per compromettere la capacità decisionale negli esseri umani, ma i meccanismi neurali alla base di questi deficit non sono ancora completamente compresi. Utilizzando un modello animale, i ricercatori hanno esaminato gli effetti dell’abuso cronico di alcol sul cervello e sul comportamento decisionale, concentrandosi su compiti complessi che richiedono memoria e strategia. Per lo studio, i ratti sono stati esposti a livelli molto elevati di alcol per un mese. Dopo un periodo di astinenza di tre mesi, sono stati sottoposti a un test decisionale basato sulla ricompensa. Il compito prevedeva la scelta tra due leve con probabilità variabili di ottenere una ricompensa, richiedendo ai ratti di adattare rapidamente il loro comportamento in base ai cambiamenti. I ratti esposti all’alcol hanno ottenuto risultati significativamente peggiori rispetto al gruppo di controllo. I segnali neurali correlati alle decisioni erano più deboli nello striato dorsomediale dei ratti esposti all’alcol, indicando danni funzionali persistenti. Questi deficit comportamentali e neurali erano evidenti solo nei ratti maschi, suggerendo possibili differenze legate al sesso. I risultati dimostrano che l’abuso cronico di alcol provoca danni duraturi alle funzioni cognitive e ai circuiti neurali, anche dopo lunghi periodi di astinenza. Questo potrebbe spiegare i tassi elevati di ricaduta tra gli individui con disturbo da uso di alcol. Inoltre, le differenze osservate tra maschi e femmine indicano la necessità di ulteriori studi per comprendere meglio le sensibilità legate al sesso. Lo studio fornisce una nuova prospettiva sui danni cognitivi indotti dall’alcol e sottolinea l’importanza di esplorare interventi mirati per mitigare questi effetti a lungo termine. I ricercatori intendono approfondire l’interazione dello striato dorsomediale con altre aree cerebrali e indagare le differenze tra sessi. La ricerca rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione degli effetti dell’alcol sulla cognizione e offre una base solida per futuri studi clinici e terapeutici. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.