Roma– Sviluppato un sensore cerebrale indossabile microscopico, in grado di mantenere un’interfaccia cervello-computer, BCI, persistente durante il movimento. Lo studio, guidato da Woon-Hong Yeo, del Georgia Institute of Technology, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, supera le limitazioni dei dispositivi tradizionali, spesso ingombranti e rigidi, introducendo una tecnologia flessibile e miniaturizzata. Il dispositivo utilizza microaghi polimerici conduttivi per acquisire segnali elettrici neurali ad alta risoluzione, fili flessibili in poliimmide e rame che riducono la resistenza elettrica al contatto con la pelle, garantendo stabilità anche durante attività dinamiche e un layout compatto posizionabile tra i follicoli piliferi che elimina l’ostruzione visiva e fisica, consentendo un uso prolungato, fino a 12 ore.

Un sensore cerebrale in microscala posizionato tra i follicoli piliferi.
Credito
W. Hong Yeo
In uno studio su sei partecipanti, il sistema ha raggiunto il 96,4% di accuratezza nel classificare segnali neurali durante camminata, corsa e posizione eretta, utilizzati per controllare una videochiamata in realtà aumentata e un basso rumore di fondo, paragonabile a elettrodi commerciali a secco, nonostante il movimento. Rispetto ad altre BCI indossabili, il dispositivo si distingue per l’integrazione di elettronica flessibile e algoritmi di deep learning, che ottimizzano l’elaborazione dei segnali in ambienti reali. Questa soluzione risponde alla necessità di BCI pratiche per applicazioni mediche, come controllo di protesi e quotidiane, come smart home. Lo studio dimostra che l’uso di materiali conformabili e microstrutturati può superare le barriere ergonomiche delle BCI tradizionali. Futuri sviluppi mirano a aumentare la densità dei sensori e migliorare la robustezza contro interferenze ambientali. Secondo gli autori, questa tecnologia potrebbe rendere le BCI uno strumento di routine in ambito clinico e consumer, accelerando l’integrazione uomo-macchina. (30Science.com)