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Donne e sport estremi non sono incompatibili, anzi

(29 Aprile 2025)

Roma – In condizioni estreme, il fisico femminile tende a raggiungere una maggiore efficienza metabolica rispetto alle controparti maschili. A scardinare il pregiudizio sulla predisposizione maschile agli sport di resistenza uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Physiology, condotto dagli scienziati dell’Università del Montana. Il team, guidato da Robert H Coker e Mathias Steinach, ha considerato l’efficienza metabolica di uomini e donne in diversi scenari. Storicamente, riportano gli esperti, gli uomini vengono considerati più adatti a gareggiare e misurarsi in sport e attività estreme rispetto al gentil sesso. Attualmente, il primato mondiale per la maratona è detenuto da un uomo, Kelvin Kiptum.

Le differenze fisiologiche specifiche per genere nelle prestazioni atletiche sono in gran parte determinate da variazioni nei cromosomi sessuali e negli ormoni. I livelli di testosterone aumentano di circa 30 volte nei maschi durante la pubertà e sono strettamente correlati all’aumento della massa muscolare e della forza. Al contrario, i livelli di testosterone rimangono relativamente bassi per tutto il corso della vita femminile. Il ciclo mestruale, caratterizzato da fluttuazioni di estrogeni e progesterone, potrebbe avere un impatto, anche se modesto, sul metabolismo. Forza, potenza, velocità e resistenza sono in genere tra il 10 e il 30 per cento più elevati negli uomini rispetto alle donne. Tuttavia, studi recenti suggeriscono una riduzione sempre più marcata del divario di prestazioni all’aumentare della distanza e/o della durata della sessione di attività. Nell’ambito dell’indagine, gli studiosi hanno considerato la resilienza fisiologica negli atleti partecipanti alla Yukon Arctic Ultra (YAU), l’ultramaratona più lunga e fredda del mondo a cui hanno partecipato solo individui con un indice di massa corporea superiore a 24. Nonostante gli uomini abbiano una maggiore quantità di massa magra e una minore massa grassa rispetto alle donne, il numero di partecipanti al traguardo in entrambi i sessi è sostanzialmente equivalente. È stato dimostrato che l’attivazione della termogenesi avviene a temperature più basse nelle donne rispetto agli uomini, il che potrebbe ridurre le richieste metaboliche in condizioni di stress da freddo. Come modello surrogato delle operazioni militari, gli scienziati hanno misurato i tassi di dispendio energetico totale durante le spedizioni di caccia nell’entroterra dell’Alaska. Questo approccio ha dimostrato che il rapporto tra il dispendio energetico totale e la massa magra era simile in entrambi i generi. Ciò suggerisce similitudini nel dispendio energetico dedicato allo sforzo fisico. “Stiamo ora valutando alterazioni specifiche – commentano gli autori – nell’integrità strutturale, nella respirazione cellulare e nella funzione contrattile del muscolo scheletrico in questa coorte. Sebbene gli uomini abbiano storicamente ricoperto ruoli protettivi predominanti nella società, i dati emergenti suggeriscono che le donne potrebbero essere altrettanto, se non di più, metabolicamente resilienti sotto stress fisico e nutrizionale”.(30Science.com)

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