Valentina Arcovio

Il DNA del bambino può predire malattie future

(28 Aprile 2025)

Roma – Il DNA presente nel sangue del cordone ombelicale può fornire indizi precoci sul rischio di sviluppare malattie metaboliche in età adulta, come diabete, ictus e malattie epatiche. Lo rivela una ricerca, guidata da Ashley Jowell, medico specializzanda in medicina interna alla Duke University Health System, presentata alla Digestive Disease Week, DDW, 2025. Lo studio si basa sull’analisi epigenetica di 38 neonati arruolati nel Newborn Epigenetics Study, uno studio di coorte a lungo termine condotto in North Carolina. I ricercatori hanno utilizzato uno strumento genetico per identificare modificazioni chimiche, chiamate gruppi metilici, sul DNA dei neonati che regolano l’attivazione o la disattivazione dei geni. Questi cambiamenti, localizzati in regioni critiche di controllo dell’imprinting, sono stati associati a parametri di salute raccolti tra i 7 e i 12 anni, come indice di massa corporea, grasso epatico, livelli di alanina transaminasi, ALT, trigliceridi, pressione sanguigna e rapporto vita-fianchi. In particolare, alterazioni nel gene TNS3 risultano correlate a grasso epatico e infiammazione, mentre modifiche in GNAS e CSMD1 sono collegate a pressione sanguigna e altri indicatori metabolici, Gli autori sottolineano che questi segnali epigenetici si stabiliscono durante lo sviluppo embrionale e possono essere influenzati da fattori ambientali come l’alimentazione o la salute materna in gravidanza. Sebbene il campione analizzato sia ancora limitato, i risultati sono promettenti e giustificano studi più ampi, attualmente in corso con finanziamenti del National Health Institute. Nonostante non sia stata dimostrata una relazione diretta di causa-effetto tra alterazioni genetiche e malattia, la conoscenza precoce del rischio potrebbe consentire interventi preventivi e migliorare la salute a lungo termine dei bambini. In conclusione, il sangue del cordone ombelicale potrebbe diventare uno strumento di screening precoce per individuare neonati a rischio di malattie metaboliche future, aprendo la strada a strategie di prevenzione personalizzate fin dalla nascita. (30Science.com)

Valentina Arcovio