Lucrezia Parpaglioni

C’è relazione tra storia familiare e malattia di Alzheimer

(9 Aprile 2025)

Roma – Esiste una relazione tra la storia familiare della malattia Alzheimer e la diffusione della proteina tau nel cervello. Lo rivela uno studio guidato da Sylvia Villeneuve, della McGill University di Montreal, in Canada, pubblicato su: Neurology, rivista medica dell’American Academy of Neurology. I risultati mostrano che le persone con un padre affetto da Alzheimer potrebbero avere una maggiore diffusione della proteina tau, un segno distintivo della malattia. Inoltre, le partecipanti di sesso femminile sembrano essere più vulnerabili all’accumulo di questa proteina rispetto ai partecipanti di sesso maschile. La malattia di Alzheimer è una condizione neurodegenerativa caratterizzata dalla deposizione di proteine tossiche, tra cui la proteina tau, che forma grovigli neurofibrillari nel cervello. La storia familiare è un fattore di rischio importante per lo sviluppo della malattia. Tuttavia, la relazione specifica tra la storia familiare e la diffusione della proteina tau non è stata completamente chiarita. Lo studio ha coinvolto 243 persone con una storia familiare di Alzheimer, ma senza problemi cognitivi evidenti, con un’età media di 68 anni. I partecipanti sono stati seguiti per circa sette anni, durante i quali sono stati sottoposti a scansioni cerebrali e test cognitivi. La storia familiare è stata definita come la presenza della malattia in uno o entrambi i genitori o in almeno due fratelli. I dati mostrano che le persone con un padre affetto da Alzheimer presentano una maggiore diffusione della proteina tau nel cervello. Inoltre, le partecipanti di sesso femminile hanno mostrato un accumulo maggiore di questa proteina rispetto ai partecipanti di sesso maschile. Durante il periodo di follow-up, 71 persone hanno sviluppato un lieve deterioramento cognitivo, un sintomo precursore del morbo di Alzheimer. i risultati suggeriscono che la storia familiare paterna potrebbe influenzare la diffusione della proteina tau, un fattore critico nella patologia dell’Alzheimer. La maggiore vulnerabilità delle donne all’accumulo di tau potrebbe essere dovuta a fattori ormonali o genetici non ancora completamente compresi. Questa scoperta potrebbe aiutare a progettare interventi personalizzati per prevenire o rallentare la progressione della malattia. Lo studio offre nuove prospettive sulla relazione tra storia familiare e diffusione della proteina tau nella malattia di Alzheimer. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere meglio i meccanismi sottostanti e per sviluppare strategie terapeutiche mirate. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.