Valentina Di Paola

Il cambiamento climatico promuove la resistenza antimicrobica

(28 Aprile 2025)

Roma – La resistenza antimicrobica (AMR) potrebbe aumentare del 2,4 per cento a livello globale entro il 2050, se le attuali traiettorie del cambiamento climatico non cambieranno e non verranno rispettate le strategie di sviluppo sostenibile. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati della Sun Yat-sen University. Il team, guidato da Lianping Yang, ha valutato la correlazione tra la resistenza antimicrobica e il cambiamento climatico. I ricercatori chiedono un’azione urgente per affrontare i fattori socioeconomici e ambientali più ampi. Secondo le stime più recenti, nel 2021 la resistenza agli antibiotici è stata responsabile di 1,14 milioni di decessi a livello globale: queste cifre potrebbero raggiungere i due milioni di morti entro il 2050. I leader mondiali della 79a Assemblea Generale Nazionale delle Nazioni Unite hanno rilasciato una dichiarazione impegnandosi a ridurre del 10 per cento il carico dei decessi correlati alla resistenza antimicrobica batterica. Tuttavia, finora il cambiamento climatico non è stato considerato in relazione a questo andamento. Nell’ambito dell’indagine, gli scienziati hanno analizzato 4.502 dati, comprendenti 32 milioni di isolati di sei importanti agenti patogeni batterici resistenti agli antimicrobici, ottenuti da 101 paesi tra il 1999 e il 2022. Utilizzando modelli previsionali, i ricercatori hanno valutato come le politiche socioeconomiche e ambientali influenzerebbero le tendenze globali della resistenza antimicrobica. I risultati suggeriscono che nello scenario di adattamento ai cambiamenti climatici più pessimistico, in cui le temperature globali aumenterebbero di 4-5 ° C entro la fine del secolo, l’AMR potrebbe aumentare del 2,4 per cento entro il 2050, rispetto a una situazione a basse emissioni. Gli autori hanno scoperto inoltre che gli sforzi per uno sviluppo sostenibile potrebbero contribuire a ridurre la prevalenza della resistenza antimicrobica fino al 5,1 per cento. Tra questi interventi, gli scienziati evidenziano, ad esempio, la riduzione delle spese sanitarie a carico del paziente, l’ampliamento della copertura vaccinale, l’aumento degli investimenti in sanità e la garanzia dell’accesso universale all’acqua, ai servizi sanitari e all’igiene. Gli studiosi precisano che questo lavoro non permette di stabilire una relazione causale a causa dell’approccio di modellizzazione ecologica. Nei prossimi step, concludono gli esperti, sarà importante tenere conto di alcuni fattori che contribuiscono all’AMR, come l’istruzione, l’uso di antimicrobici nella produzione alimentare e le pratiche di allevamento, a causa della mancanza di dati. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).