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Adolescenza, dormire di più migliora i compiti cognitivi

(22 Aprile 2025)

Roma – Gli adolescenti che dormono più a lungo sono associati a prestazioni migliori nei compiti cognitivi rispetto ai loro coetanei che dormono meno. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, condotto dagli scienziati della Fudan University di Shanghai e del Dipartimento di Psichiatria presso l’Università di Cambridge. Il team, guidato da Barbara Sahakian, ha esaminato i dati dell’Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD), la più grande indagine a lungo termine sullo sviluppo cerebrale e la salute infantile negli Stati Uniti. Il sonno, spiegano gli esperti, svolge un ruolo centrale nel funzionamento dell’organismo, ed è fondamentale a tutte le età. Si ritiene, infatti, che durante le ore di sonno il cervello elimini le tossine accumulate, consolidando al contempo le connessioni cerebrali, migliorando la memoria, l’apprendimento e le capacità di problem-solving. È stato anche dimostrato che il sonno rafforza il sistema immunitario e migliora la salute mentale. Durante l’adolescenza, i nostri ritmi del sonno cambiano: si tende ad andare a letto più tardi e a dormire meno. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno considerato le informazioni relative a oltre 3.200 adolescenti di età compresa tra 11 e 12 anni, raccolte grazie ai FitBit, che hanno permesso di valutare gli schemi di sonno, che sono stati confrontati con le scansioni cerebrali e i risultati dei test cognitivi. Il gruppo di ricerca ha poi verificato i risultati con quelli di altri due gruppi di ragazzi di età compresa tra 13 e 14 anni, per un totale di circa 1.190 partecipanti. I risultati hanno mostrato che i partecipanti potevano essere suddivisi in tre gruppi: il 39 per cento dormiva in media 7 ore e 10 minuti, tendeva ad addormentarsi più tardi e svegliarsi prima. Il 24 per cento dei ragazzi, dormiva in media 7 ore e 21 minuti e le caratteristiche del sonno erano nella media. Nel 37 per cento dei giovani, gli scienziati hanno rilevato durate medie di sonno di 7 ore e 25 minuti. Questo sottoinsieme si addormentava prima ed era associato a una frequenza cardiaca più bassa durante il sonno. Sebbene non siano state riscontrate differenze significative nei risultati scolastici, i test cognitivi hanno evidenziato risultati migliori per i partecipanti nel terzo gruppo rispetto agli altri. “Il divario nella quantità media di sonno in ciascun gruppo era relativamente piccolo – commenta Qing Ma dell’Università di Fudan – ma abbiamo comunque potuto osservare differenze nella struttura e nell’attività cerebrale e nella loro efficienza nello svolgimento dei compiti. Questo evidenzia l’importanza del sonno per il nostro organismo”. “Vista la centralità del sonno – conclude Wei Cheng, altra firma dell’articolo – ora dobbiamo capire perché alcuni ragazzi dormono meno di altri. Non sappiamo quali attività li distraggano dal riposo, se si tratta di videogiochi, lettura, smartphone o semplicemente orologio biologico sregolato. Nei prossimi step ci concentreremo su questi aspetti”.(30Science.com)

 

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