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Covid: trovati biomarcatori long-covid associati a problemi respiratori

(30 Aprile 2025)

Roma – I ricercatori del Karolinska Institutet hanno identificato biomarcatori nel sangue associati ai sintomi del Long-covid, in particolare ai disturbi respiratori gravi. La scoperta può aprire la strada a diagnosi e trattamenti futuri. I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica Nature Immunology. Il long-covid, noto anche come Post COVID, è una condizione caratterizzata da sintomi persistenti di un precedente COVID-19. Un nuovo studio del Karolinska Institutet, Svezia, e dell’Università di Cardiff, Regno Unito, guidato da Marcus Buggert, docente presso il Dipartimento di Medicina del Karolinska Institutet (Huddinge), ha identificato un insieme di proteine ​​nel sangue di persone con COVID lungo. “Le proteine ​​sono state trovate principalmente nei pazienti con COVID lungo e gravi problemi respiratori”, afferma il Dott. Buggert. “Questo è un modello di biomarcatori che sappiamo essere collegato alle vie del segnale infiammatorio coinvolte nella morte cellulare e nel danno polmonare e che è stato osservato anche in altri gruppi di pazienti con gravi disturbi polmonari”. Sintomi gravi e permanenti di dispnea acuta sono uno dei sintomi più comuni e tipici del COVID lungo. I ricercatori hanno anche studiato campioni di un gruppo di pazienti guariti dal precedente COVID-19 e che, curiosamente, non presentavano nessuna di queste proteine ​​nel sangue. La scoperta si basa su un’analisi dettagliata di campioni di sangue provenienti da gruppi di pazienti indipendenti in Svezia e nel Regno Unito, un’operazione mai effettuata prima. Tutti i 265 pazienti che hanno partecipato allo studio avevano contratto il COVID-19 durante i primi giorni della pandemia, quando non era ancora disponibile alcun vaccino. Utilizzando tecniche avanzate, i ricercatori hanno misurato migliaia di proteine ​​nel plasma sanguigno, che hanno correlato ai sintomi dei pazienti. Hanno anche utilizzato la citometria a flusso per condurre analisi immunologiche. “Identificando le proteine ​​che risultano elevate nei pazienti affetti, stiamo creando una piattaforma da cui sviluppare strumenti diagnostici e nuove terapie mirate”, afferma il dott. Buggert. “Questo è particolarmente importante poiché non esistono biomarcatori e trattamenti specifici per il COVID lungo”. I risultati dello studio rivelano i processi biologici sottostanti che possono causare in alcuni pazienti sintomi gravi molto tempo dopo il precedente COVID-19. Il prossimo passo della ricerca sarà comprendere cosa sta alla base di questo schema, studiando il tessuto polmonare e gastrointestinale. In questo modo, i ricercatori sperano di individuare la fonte delle proteine ​​identificate e di scoprire se vi sia ancora infiammazione o danno tissutale in organi specifici dei pazienti affetti da COVID-19.(30Science.com)

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