Gianmarco Pondrano d'Altavilla

I paesi in via di sviluppo sono tagliati fuori dalle tecnologie green

(18 Aprile 2025)

Roma – I paesi in via di sviluppo hanno partecipato solo marginalmente al mercato delle tecnologie green negli ultimi trent’anni, segnando il passo anche in questo settore rispetto ai paesi maggiormente sviluppati. E’ quanto emerge da un Policy Forum pubblicato su Science a firma di Praveena Bandara della Boston University, e dei suoi colleghi. Gli autori dimostrano che la stragrande maggioranza dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo – esclusa la Cina – non partecipano che in minima parte al commercio globale di tecnologie a basse emissioni di carbonio (LCT). Secondo gli studiosi, senza un significativo trasferimento tecnologico e investimenti a lungo termine, i paesi in via di sviluppo potrebbero essere esclusi dalla transizione globale verso basse emissioni di carbonio, esacerbando la disuguaglianza globale. In questo articolo, Praveena e i suoi colleghi. presentano un nuovo dataset sul commercio globale di LCT dal 1997 al 2022. In un’analisi di questi dati, gli autori hanno scoperto che il commercio globale di LCT ha registrato una forte espansione, con una crescita di circa il 600 per cento (da 172 miliardi di dollari a quasi 1,2 trilioni di dollari) negli ultimi 3 decenni, superando di gran lunga la crescita del commercio globale totale. Sebbene i paesi ad alto reddito abbiano storicamente dominato questo spazio, la loro quota è diminuita con la rapida ascesa della Cina, che è diventata il maggiore esportatore mondiale di LCT. Gli Stati Uniti, nel frattempo, sono ora il principale importatore. Tuttavia, la maggior parte del Sud del mondo rimane marginalizzata nell’economia climatica emergente. Incorporando indici che misurano l’onere del debito e la vulnerabilità climatica, gli autori evidenziano una discrepanza critica: molti paesi con un elevato potenziale di energia rinnovabile non hanno accesso alle tecnologie necessarie per sfruttarlo, principalmente a causa del debito diffuso, dell’instabilità economica e degli elevati costi iniziali dell’adozione di LCT, che limitano la loro capacità di partecipare pienamente. Per evitare di escludere le nazioni più povere dalla transizione climatica, gli autori sostengono che la comunità internazionale debba dare priorità a investimenti coraggiosi e a lungo termine e a riforme politiche che consentano un accesso equo a tecnologie sostenibili anche da parte di questi paesi. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla